In allerta fino a domenica: preoccupano i fontanazzi

Gianluca Zanichelli dell’Aipo: "Gli argini sono sotto carico, anche se la portata del fiume è in diminuzione"

La piena a Stellata di Bondeno (foto Businesspress)

La piena a Stellata di Bondeno (foto Businesspress)

Ferrara, 21 novembre 2014 - Le teste dei curiosi ciondolano ancora dal cordolo del ponte. Il grande spettacolo della natura sta esaurendo la sua spinta. Ma sono ancora 700 i milioni di metri cubi d’acqua che ogni giorno passano sotto gli archi di Pontelagoscuro.

Gianluca Zanichelli, ingegnere del servizio piene di stanza all’osservatorio di Parma, è passata la paura? «Fino a domenica sera, per sicurezza, manterremo alta la guardia. Nessun rischio tracimazione, ma massima attenzione agli argini». Provati dalla piena è dire poco. Ha visto i fontanazzi che escono dagli argini? «Sono tutti sotto controllo, a partire da quelli più impetuosi, come tra Guarda Ferrarese e Ro». Dunque, le piene non sono finite... «No, si susseguiranno fino a sabato o al massimo domenica. Il fiume comunque sta esaurendo poco a poco la sua forza. Se mercoledì la portata era oltre 9mila metri cubi al secondo, ieri eravamo sui 7.300». Quindi nessun rischio tracimazione? «Dovrebbe capitare l’imponderabile e l’acqua salire di oltre quattro metri».  Per fare un paragone con la piena del 2000? «Allora, a Pontelagoscuro, la portata era di 5 miliardi di metri cubi al giorno. Oggi siamo sui 700 milioni. Quantità comunque ancora impressionante». Gli argini in che condizioni sono? «Sotto osservazione. La spinta, prolungata per diversi giorni, li mette a dura prova. Sono tecnicamente sotto carico». Sulla strada per Ro abbiamo visto un fontanazzo impressionante... «Il Ferrarese è la zona più soggetta a questo genere di fenomeni». Argini troppo molli? «No, paradossalmente argini troppo alti. Più alte sono le sponde e più acqua contiene l’alveo». Quindi? «Maggiore è la spinta e, di conseguenza, la formazione di questi fenomeni». I fontanazzi, da quello che si vede, sono in grado di scavare tunnel lunghi anche un centinaio di metri. Non è pericoloso? «Vanno controllati. Diventano pericolosi quando l’acqua che affiora è limacciosa, segno che il canale sta scavando sotto terra. Magari anche sotto il manto stradale. E può provocare, nei casi più estremi (come nel 2000) anche l’abbassamento dell’argine».  Le golene sono state tutte allagate, buon segno? «Sì, a parte per gli insediamenti che vi si sviluppano. L’allagamento ha spezzato le piene». Sono ancora molte le persone che vivono nelle golene? «Solo in Emilia- Romagna parliamo di 1.122 persone, la maggioranza delle quali disseminata tra Parma e Reggio». Nel ferrarese, quanti sono gli abitanti del Po? «Alcune decine. Ma grazie al lavoro di prevenzione nessuno ha corso rischi particolari».