Po, la piena scorre senza danni

In arrivo una seconda ondata, i livelli saliranno di un metro. Aipo: «Superiore a quella appena passata»

Ferrara, 17 novembre 2014 - Lungo gli argini del Po si tirano sospiri di sollievo. Ma la situazione di relativa tranquillità pare non essere destinata a durare. Mentre il colmo della piena (transitata ieri mattina alle 7 a Pontelagoscuro con un livello di 2,70 metri sullo zero idrometrico) sta scorrendo verso i rami deltizi senza particolari problemi, l’Aipo lancia l’allarme per una seconda ondata di piena, a quanto si apprende, di portata addirittura superiore a quella di questi giorni.

«Le intense precipitazioni di ieri (sabato, ndr) — si legge in una nota diramata dall’Agenzia alle 13 di ieri — e il conseguente notevole innalzamento di affluenti piemontesi, lombardi e, in misura minore, emiliani, stanno provocando una nuova onda di piena che supererà il livello 3 di criticità». Il nuovo colmo è passato ieri sera a Ponte Becca, ed è atteso per stamattina a Piacenza con valori «intorno agli 8 metri sullo zero idrometrico» cioè, come puntualizza una comunicazione della protezione civile, «circa un metro in più rispetto al colmo transitato tra giovedì e venerdì».

La nuova piena farà quindi capolino nel Ferrarese nei prossimi giorni e, verosimilmente, prima che il livello di quella precedente riesca a calare in modo significativo, generando così una sorta di ‘sovrapposizione’ tra le due ondate. Quel che appare probabile, come ha spiegato il responsabile regionale della Protezione Civile Maurizio Mainetti, è che con questa nuova piena «tutte le aree golenali, anche quelle chiuse e abitate, possano essere interessate. Il fiume rimarrò però all’interno degli argini maestri».

Intanto continua il monitoraggio lungo il corso del ‘grande fiume’. Al lavoro ci sono 12 squadre della protezione civile che presidiano gli argini giorno e notte, da Stellata a Goro. Ieri mattina poi la polizia idraulica ha messo in campo anche i droni, per avere una visione dall’alto del flusso della piena. Sono stati infine individuati (e prontamente chiusi) due ‘fontanazzi’, uno a Francolino e l’altra a Mesola.