Pokemon Go arriva anche al Palaspecchi. E il gioco si fa pericoloso

Pokemon Go, il palazzo degli specchi di Ferrara è un Pokestop

Pokemon Go, il palazzo degli specchi di Ferrara è un Pokestop

Ferrara, 22 luglio 2016  - Catturare Pinsir, il mostriciattolo con le chele e i dentoni, è più facile che individuare gli inquilini abusivi annidati nel ventre del Palazzo degli Specchi. Ma la caccia non è comunque agevole, perché bisogna addentrarsi dietro la transenna, farsi largo tra le erbacce e sfidare, ad un certo punto, le occhiate e le grida che sbucano all’improvviso. Sbuca anche il Palazzo degli Specchi, nella nuova mania collettiva del Pokémon Go, il gioco virale che ha contagiato ragazzini e tanti adulti. Muniti di smartphone, grazie a un’applicazione che sfrutta la localizzazione Gps, si parte per la città alla ricerca delle creaturine virtuali, da acciuffare sullo schermo con il lancio di una pallina. Ma per trovarle, e soprattutto per rifornire di crediti il proprio status di cacciatori di mostri, bisogna raggiungere i Pokestop, indicati sulla mappa.

C’è anche il Palazzo degli Specchi, o meglio l’Abandoned Glass Building  come appare sullo schermo del telefonino. Il puntatore segnala che nei dintorni ci sono alcuni tra i Pokémon da collezionare, il giocatore quindi è indotto a cercarli nei sentieri e tra i cespugli. Un’avventura agevole per i più grandi, ma che rischia di creare pericolo ai ragazzini che, nella foga del gioco, dovessero spingersi nei punti più pericolosi del complesso abbandonato. Tra pezzi di lamiere, schegge di vetro, erbacce, rifiuti di ogni sorta. Ma cosa non si fa per una mania innocente? Ecco allora che quando il radar della mappa indica che a pochi metri è nascosto il mostriciattolo, più del timore conta l’adrenalina. Ed in effetti, una decina di metri oltre la transenna spunta Pinsir.

La cattura richiede pochi secondi; ma in quel momento, ed in questo caso senza avvertimenti del Gps, spuntano anche due ragazze, che iniziano a inveire contro il giocatore. Non sanno che il telefonino puntato verso di loro serve a inquadrare il mostro virtuale, lo scambio di parole è tutt’altro che piacevole. Poi si allontanano, spariscono rapidamente dentro la parte del Palazzo degli Specchi (pardon, l’Abandoned Glass Building) adiacente l’arco centrale. Riappaiono dopo pochi minuti, ad una finestra; una di loro è a seno nudo, si sta cambiando la maglietta, l’altra controlla l’esterno e quando scorge il giocatore con ancora lo smartphone nelle mani, fa il gesto di lanciare qualcosa. Meglio dunque interrompere il gioco. Per i ragazzini, meglio cercare altri ‘pokestop’, tanto la città ne è piena e sono sicuramente più sicuri. Ma subito all’uscita dalla recinzione, quando con un sorriso pensi che i creatori del gioco presto inseriranno anche Pokenaomo Lodi tra le creature virtuali, la mappa Gps ti segnala che dentro, oltre agli abusivi, ci sono anche il topo viola Rattata e il verme verde Bulbasaur. E che fai, non rientri per catturarli?

 

POKEMON GO - Quando il gioco diventa pericoloso