Comacchio (Ferrara), 8 maggio 2012 - A Comacchio è ballottagio tra Pd e Grillini.

Il candidato Pd Alessandro Pierotti

LA GIOIA per il tracollo del centrodestra, attenua appena la delusione (calcolata) del ballottaggio. Il voto, anche a Comacchio, rispecchia la scelta del Paese, diviso tra la ‘vecchia’ politica e l’antipolitica dei Movimenti. Certo è che Alessandro Pierotti, e con lui la coalizione di centrosinistra tutto si aspettava tranne un ballottaggio con il grillino Marco Fabbri, protagonista di una performance straordinaria e principale responsabile di un panorama inedito che impone una ricalibratura delle alleanze e nuove strategie. In 15 giorni. «Per noi è un buon risultato — dice l’avvocato al termine di un pomeriggio cominciato in sordina e terminato a tarda sera con lo spoglio del suo seggio, Porto Garibaldi (1.107 voti) —. Quello dei 5 Stelle è un risultato in linea con quello nazionale. Il ballottaggio è una storia ancora tutta da scrivere, adesso è prematuro azzardare ipotesi...». Poi il debutto nella nuova campagna elettorale con un affondo da politico navigato: «Darei in mano le chiavi della città ai grillini solo per dimostrare che ci tornerebbero indietro pochi giorni dopo...». Ma l’analisi del voto lo porta a sorridere con piacere delle disgrazie altrui. E torna la ‘sua’ idea di laboratorio politico. «Da qui dobbiamo partire per costruire la nuova politica, quella che consenta di ricreare il consenso degli elettori e produrre stabilità di governo».

Ricorda di avere costruito una proposta di governo che tiene conto del malessere giovanile e che guarda con grande attenzione alla società civile, che aspetta risposte e continuità amministrativa: «Andiamo avanti con il nostro lavoro, proponiamo una persona e un modello di governo della città, ed è evidente che la politica vada rivista, il voto di oggi ne è una conferma. Noi ripartiremo da qui, questa sera (ieri, ndr)». Oggi si riuniranno le quattro liste (L’Onda, Comacchio Futura, Pd e Terzo Polo) e domani altro vertice con tutti i candidati (64) delle 4 liste. «Perché è importante non mollare». L’analisi del voto e come si è distribuito sono i primi aspetti per imbastire la nuova campagna elettorale. Analisi lucida e senza ambiguità, anche per il segretario del Pd, Gabriele Bellini, che supera l’immanenza del voto e guarda alla sfida del ballottaggio: «I comacchiesi sono a un bivio — ricorda — da una parte c’è l’avventura con i 5 Stelle, dall’altra la governalibilità del territorio. La sorpresa dei grillini è relativa, basta guardare il trend nazionale. L’aspetto inedito è il crollo del Pdl, avvenuto dopo due anni di panico amministrativo e di assoluta paralisi. La nostra coalizione è un esperimento, c’è grande attenzione alla società civile e c’era già quando abbiamo creato l’alleanza a livello locale. Il Pd è in forte ripresa e il rinnovamento è stato premiato». Non dice che non avvicinerà la sinistra radicale per un eventuale apparentamento ma «culturalmente sono più vicini a noi che a Grillo; vediamo quali ragionamenti si possono fare...». E non risparmia la stoccata al senatore Alberto Balboni: «Per le batoste che ha preso, compresa questa che non è da poco, gli darei la tessera onoraria del Pd. Ha sbagliato scelte, strategia e candidato, insomma un harakiri senza precedenti».

di Caterina Veronesi

Il candidato del Movimento Cinque Stelle Marco Fabbri

SARÀ l’euforia del momento, ma un certo punto Grillo si lascia sfuggire un tweet, il lapsus che non ti aspetti: «A Comacchio il Movimento 5 Stelle è il primo partito!» Come primo partito?, rabbrividiscono i ‘grillini’. Stai attento Beppe — lo avvertono — hai usato la parola partito... sia mai! Ma il lapsus è presto perdonato. Perché è un crescendo di entusiasmo lo spoglio dei voti. Grillo dirama i risultati in una lunga diretta Twitter e Facebook. E così si snocciola anche il trionfo del Movimento 5 Stelle, prima forza di Comacchio con il 20,41% dei voti. Sorridente, stanco e pronto al ballottaggio, Marco Fabbri dopo un’intera giornata passata a correre tra un seggio e l’altro, rompe il silenzio della maratona elettorale. Andrà al ballottaggio con Alessandro Pierotti, il candidato sindaco dell’Onda sostenuto da quattro liste. «È un risultato che non ci sorprende — dice Fabbri —, a differenza degli altri non abbiamo speso un soldo per la campagna elettorale, ma siamo scesi in piazza a parlare con la gente, ad ascoltarla. Abbiamo cercato un rapporto diretto con gli elettori». Un pugno di militanti lo informa dei sorprendenti risultati raggiunti in altre città italiane dai 5 Stelle, che la dicono lunga sulla stanchezza diffusa verso i partiti e la politica tradizionale. E anche Comacchio è in linea. «I comacchiesi sono stanchi, con questo voto chiedono un rinnovamento. Purtroppo molti hanno deciso di non votare — spiega — francamente non me l’aspettavo e mi dispiace». Al di là dei risultati che usciranno dalle urne in futuro, sostiene Fabbri, non sarà facile governare. «Ci sono milioni di euro da sanare, sarà comunque una sorta di commissariamento del Comune, non c’è spazio per finte promesse — spiega — non potrebbero mai essere mantenute».

A fare la differenza tra i grillini e i concorrenti, ricorda il candidato sindaco, è soprattutto la trasparenza con cui si muovono. «Andremo avanti con le nostre forze — annuncia — non siamo disponibili ad alleanze né ufficiali né ufficiose. Personalmente ho un lavoro che mi piace e se i comacchiesi decideranno di ritornare al passato, io riprenderò a fare la mia professione». Beppe Grillo, scherzano i grillini, non ha versato un centesimo per il movimento comacchiese e non è rimasto in contatto diretto con Fabbri. «Non ho il suo numero di telefono — ironizza — ll programma è tutta farina del nostro sacco». Combattivo, consapevole della prossima battaglia politica centrata sul Psc, si dice pronto a difendere l’ambiente da nuove colate di cemento. Da primo cittadino o meno. «Se ci troveremo all’opposizione, la tutela del territorio sarà uno dei punti fermi. Saremo tenacissimi nel combattere eventuali scempi per l’ambiente — conclude — e siamo pronti a farlo insieme a tutti gli altri giovani che hanno preso parte alla campagna elettorale».

di Monica Forti