Caso Tbc, controreplica del Sap alla Ausl: "Un poliziotto ha contratto la malattia"

Il sindacato degli agenti contesta le affermazioni dell'azienda e del Comune: "Servono controlli adeguati e urgenti"

Agenti di polizia al lavoro

Agenti di polizia al lavoro

Ferrara, 16 luglio 2014 - "L'azienda Usl e il Comune di Ferrara si assumono la diretta responsabilità delle loro affermazioni. Giocare in maniera 'furbesca' con le parole e soprattutto con la salute dei poliziotti e degli stessi cittadini, non giova a nessuno". E' quanto afferma il segretario generale del Sap, il sindacato autonomo di polizia, Gianni Tonelli, che nei giorni scorsi aveva denunciato il caso di un poliziotto infetto dal virus della Tbc.

"Noi abbiamo denunciato - ha detto Tonelli - la presenza del virus attivo della Tbc contratto da un poliziotto, certificato dal test di Mantoux e confermato da uno specialista infettologo. Tant'è che l'operatore è costretto a curarsi con antibiotici. Si vuole minimizzare la questione per diminuire le proprie responsabilità?"

"E' un atteggiamento questo - ha aggiunto il segretario del Sap - che ricorda quello del ministero dell'Interno e del Dipartimento di Pubblica Sicurezza che, come datore di lavoro, ha la responsabilità della salute dei poliziotti, del rispetto della normativa 626, delle profilassi previste per legge. Invece tutto ciò non esiste. Non si possono lenire così le proprie responsabilità. Per noi al primo posto c'è la salute dei poliziotti e continueremo a denunciare le situazioni. Di certo il consiglio che diamo all'azienda Usl e al Comune è quello di fare adeguati accertamenti sui migranti e i richiedenti asilo dislocati in provincia di Ferrara, perché i nostri colleghi non hanno certo contratto il virus sui lettini di spiaggia, in pizzeria o per colpa dell'anticiclone africano".