Cento (Ferrara), 28 giugno 2013 - NESSUN ripensamento. Lo stabilimento della Watts Industries di Cento (ex Giuliani Anello) di via Fratelli Bandiera chiuderà i battenti, lasciando senza lavoro 29 dipendenti. E’ stato firmato ieri, alla Direzione provinciale del lavoro a Ferrara, il verbale della procedura di mobilità volontaria per i lavoratori e che si concluderà il 31 luglio 2014 con i licenziamenti. L’11 luglio è programmato un ulteriore incontro per approvare la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori, un amaro premio di consolazione che non soddisfa appieno né le organizzazioni sindacali (rappresentate da Samuele Lodi della Fiom Cgil e da Walter Chessa della Fim Cisl), né le istituzioni locali con il sindaco di Cento Piero Lodi in testa e l’assessore provinciale alle politiche sociali Caterina Ferri. Il dirigente di Watts Italia, Dolezzal, non ha preso nemmeno in considerazione l’ipotesi avanzata della cassa integrazione ministeriale che avrebbe concesso la possibilità (nel caso il 30% dei lavoratori avessero trovato nuova collocazione) di avere una proroga di 12 mesi di ammortizzatori sociali.

Un duro colpo per la comunità centese, che perde così una delle sue più floride realtà, produttivamente ed economicamente parlando. Perché con Watts si crea un precedente preoccupante, ossia la chiusura di un’azienda sana, sacrificata solamente per permettere la sopravvivenza di due stabilimenti più grandi del gruppo a Biassono e a Gardolo. «Abbiamo tentato ad oltranza di ottenere la tutela più lunga possibile per i lavoratori — afferma Samuele Lodi (Fiom) —, purtroppo non c’è nulla da fare. Di certo non c’è nulla da festeggiare, quando si parla di licenziamenti e di un’azienda che chiude su un territorio già provato gravemente dalla crisi economica». Un gesto, ormai simbolico, è stato compiuto dal primo cittadino centese Lodi che ha consegnato nelle mani di Dolezzal il documento con l’ordine del giorno approvato unanimemente nei Consigli comunale e provinciale, nel quale si criticava con durezza il piano della Watts. Ma ogni tentativo è stato vano e dal 31 luglio altri lavoratori si troveranno nell’incertezza del loro futuro, vittime di una crisi che non sembra conoscere fine.

di Valerio Franzoni