Caccia al rapinatore delle mura, polizia vicina all’identikit

Gli agenti delle volanti hanno chiesto al ragazzo rapinato mercoledì di riconoscere un volto. Intanto sui social network esplode la rabbia: «Non ci sentiamo più sicuri»

Un tratto delle bellissime mura di Ferrara, dove ha colpito il rapinatore

Un tratto delle bellissime mura di Ferrara, dove ha colpito il rapinatore

Ferrara, 6 maggio 2016 - Forse ha un volto. Presto anche un nome. L’identikit del rapinatore della mura è stretto in un cerchio che potrebbe chiudersi da un giorno all’altro. Ieri mattina gli agenti delle volanti hanno chiesto al ragazzo rapinato mercoledì mentre era su una panchina in zona via Arianuova di provare a riconoscere un volto. Faccia nota alla polizia che sta setacciando la zona più amata di Ferrara per chiudere la rete sull’aggressore. Ci sono vicini. Il fatto risale a mercoledì mattina. Il ferrarese è seduto su una panchina, davanti a lui solo il sole di primavera e il paesaggio cittadino quando sente una presenza dietro le spalle. C’è un uomo – dal primo riconoscimento pare un nordafricano – che regge un ramo come fosse un pugnale. Il ragazzo cerca di scappare ma l’aggressore lo cinge da dietro, lo bracca stretto finché la vittima non è costretta a sborsare le banconote dal portafogli. «Ho avuto paura – ammette l’uomo – ma sono riuscito a non consegnargli il cellulare con miei numeri privati».

Il fatto ha toccato i nervi della città che ogni giorno deve fare fronte alla piaga della microcriminalità che come una marea rosicchia metri di tranquillità alla comunità. Sui social network intanto si discute. Si parla e si grida la rabbia per l’occupazione ‘criminale’ di una luogo magico. Simbolo della città. « In piazza mi guardo sempre intorno, ora anche sulla mura! Un posto che io amo molto, per fortuna che di solito ci vado con i miei tre cagnolini!». Scrive Chiara Martina Antonio. «Due settimane fa – racconta Chiara Schiavi – stavo facendo in bici il giro del sottomura. Due extracomunitari si sono messi al centro della stradina per fermarmi, se la ridevano. Ho deciso di accelerare, a costo di investirli. Per fortuna si sono spostati, ma ho vissuto momenti di angoscia. Non mi sentirò più sicura sopra o sotto le nostre belle mura». Oppure: «Ci vado tutti i giorni al mattino – protesta Roberto Covezzi – presto, alle 7.30, gli extracomunitari sono già lì, infatti una aggressione tempo fa è avvenuta alle 8 di mattino. Il pezzo più brutto è quello tra il Birago e la bocciofila. Lì ci sono sempre, anche perché hanno più vie di fuga. In dicembre mi sono trovato quattro energumeni spuntare dalla nebbia, sono sceso in strada, ho chiamato i carabinieri, sono venuti subito ma ovviamente i tipi loschi sono spariti». Le mura di Ferrara sono sotto assedio.