Ferrara, 20 settembre 2010 - «Adesso basta: fino ad oggi nessuno era in grado di dare risposta ai molti interrogativi che la sclerosi multipla pone. Finalmente la scoperta del professor Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara dà risposte scientificamente valide, è incredibile che in Italia, paese nel quale la scoperta è avvenuta, le istituzioni anziché sostenerla facciano ostruzionismo».

È la denuncia di Nicoletta Mantovani, presidente onorario dell’Associazione Ccsvi-Sm, alla presentazione del convegno «Il suono del muro che cade» che si terrà venerdì prossimo a Bologna. Il muro che cade rappresenta l’approccio tradizionale alla sclerosi multipla: Zamboni, assieme al neurologo Fabrizio Salvi (ospedale Bellaria di Bologna) e al radiologo interventista Roberto Galeotti (Università di Ferrara) propongono un punto di vista scientifico radicalmente innovativo: quello vascolare.

Zamboni, spiega la presidente onoraria dell’associazione, ha scoperto una nuova patologia, la Ccsvi (insufficienza venosa cronico cerebro-spinale) e la stretta correlazione di quest’ultima con la sclerosi multipla (Sm). In pratica, un numero altissimo di malati di sclerosi multipla ha le vene giugulari e altre vene cerebrali e del torace malformate. Liberando le vene con l’angioplastica dilatativa, procedura consolidata da 25 anni a bassissimo rischio, tutti i malati di sclerosi multipla hanno indubbi benefici.

«L’assenza di risposta delle istituzioni fa si che un numero sempre più alto di malati vada a farsi operare all’estero in strutture improvvisate, forse senza garanzie etiche - denuncia Nicoletta Mantovani - Non è giusto, io sono malata da 20 di sclerosi multipla, ho una giugulare tappata ma non vado all’estero, voglio stare al fianco del prof. Zamboni. Sono italiana - sottolinea - e voglio essere operata in Italia». «L’obiettivo del convegno - dichiara Francesco Tabacco, Presidente dell’Associazione Ccsvi- Sm - è far incontrare la scienza e i malati per verificare se è possibile conciliare tempi di scienza e tempi di vita».

L’associazione come ha sempre affermato non vuole ostacolare il percorso della sperimentazione scientifica, che avrà comunque tempi molto lunghi e di cui ancora non si ha notizia certa in Italia. Contestualmente, però, dopo che la comunità scientifica mondiale ha validato la Ccsvi come una nuova patologia vascolare e ne ha descritto la contestuale terapia (angioplastica dilatativa), «pretende che la Sanità Nazionale prenda atto di ciò e renda immediatamente disponibili diagnosi e terapia per tutti i malati di Ccsvi, a prescindere dalla sua correlazione con la Sm».

Se i malati di sclerosi multipla non avranno, nell’immediato futuro, risposte inequivocabili dalle istituzioni - conclude l’associazione - sono disposti ad intraprendere azioni giudiziarie, politiche e di piazza. Il convegno bolognese di venerdì segnarà in questo senso un punto di partenza.(