Ferrara, 1 marzo 2011 - L’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (o più sinteticamente Ccsvi) contribuisce all’insorgere della sclerosi multipla, tanto che un intervento chirurgico potrebbe addirittura guarire dalla malattia?

L’ipotesi del professor Paolo Zamboni e dai suoi collaboratori presso l’Azienda Ospedaliera - Universitaria di Ferrara, definita ormai da tutti ‘Metodo Zambonì (che ha sostenitori celebri come la moglie di Pavarotti, Nicoletta Mantovani, malata da anni), avrà un primo oggettivo responso sull’efficacia e l’attendibilità del metodo in autunno, quando terminerà lo studio epidemiologico promosso dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, a fronte di un investimento di oltre 900.000 euro, mirato proprio a verificare la correlazione tra CCSVI e sclerosi multipla.

Alla ricerca contribuisce anche l’Aism, che insieme alle gardenie in oltre 3.000 piazze italiane il 5 e 6 marzo ha promosso un sms solidale, al 45509, proprio per finanziare uno studio epidemiologico multicentrico promosso e finanziato dall’Associazione stessa e la preparazione dello studio clinico controllato promosso dalla Regione Emilia Romagna. Lo studio AISM riconosciuto dalla comunità scientifica e ritenuto il più importante attualmente in atto sulla Ccsvi, è teso a verificare l’incidenza della Ccsvi nella Sclerosi multipla. Questo studio, risponde alle richieste della comunità scientifica riunita a Goteborg per l’ultimo convegno dell’Ectrims, il più importante a livello internazionale sulla sclerosi multipla, ed è condotto da un comitato scientifico di ricercatori di fama internazionale.

Oltre al finanziamento del proprio studio epidemiologico e multicentrico, l’AISM ha dato la disponibilità a sostenere anche il progetto di ricerca promosso dalla Regione Emilia Romagna che va a verificare l’efficacia dell’intervento di angioplastica nelle persone con sclerosi multipla. Ad oggi l’AISM è ancora in attesa di ricevere il protocollo definitivo per procedere alla valutazione e seguire un iter accelerato per il finanziamento.

Mentre lo studio epidemiologico promosso dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, partito nei primi centri clinici di Genova e Reggio Emilia, sta procedendo come da protocollo. Prevede il coinvolgimento di 41 Centri clinici neurologici distribuiti su tutto il territorio nazionale e l’inclusione di almeno 1200 persone con SM, 400 soggetti sani e 400 con altre patologie neurodegenerative, per un totale di 2000 persone. Questo studio, che terminerà nell’autunno 2011, potrà fare chiarezza e dare una risposta certa tra anomalie venose e sclerosi multipla.