«Sull’ospedale di Comacchio presentammo una proposta due anni fa»

Il presidente della Consulta popolare San cCamillo, Manrico Mezzogori, risponde al direttore del distretto sud-est Gianni Serra, che al ‘Carlino’ aveva detto di non avere ricevuto dalla Consulta nessun progetto

Pochi anni fa sono stati spesi 13 milioni di euro per la ristrutturazione, oggi è stato declassato a Osco

Pochi anni fa sono stati spesi 13 milioni di euro per la ristrutturazione, oggi è stato declassato a Osco

Comacchio, 30 giugno 2015 – Torna sulle parole di Gianni Serra, direttore del distretto sud-est dell’Ausl, il presidente della Consulta popolare San Camillo di Comacchio, Manrico Mezzogori. Il direttore si era espresso qualche giorno fa in merito all’ospedale lagunare, affermando di non avere mai ricevuto uno studio di fattibilità sulla rimodulazione dell’ex ospedale dalla Consulta.

Mezzogori, però, non ci sta e ricorda a Serra la proposta in 10 punti presentata due anni fa e sottoscritta dal sindaco di Comacchio Marco Fabbri.

Mezzogori si sofferma anche sul progetto proposto invece dal direttore Serra relativo all’implementazione della Casa della salute, un progetto per la realizzazione del quale sono previsti 3-6 mesi: «Se si tolgono – sostiene – i suggerimenti migliorativi avanzati dalla Consulta quali l’apertura del Punto di primo intervento per 4 mesi, il radiologo H24 anziché H12 come ora, chirurgia ambulatoriale polispecialistica, riabilitazione polifunzionale, ambulatorio chirurgico a zero attesa, suggerimenti che vanno nella direzione di ridurre le liste d’attesa e la ormai strutturale mobilità passiva, i contenuti del dottor Serra si riducono ad una mera fotocopia della proposta Ausl del 1998. Solo che allora non c’erano 2 accordi regionali e non erano stati investiti 13 milioni di euro!».

Da qui un’ulteriore considerazione numeri alla mano: «Sino al 2012 il S. Camillo era già pieno di contenuti: erogava 350 mila prestazioni ospedaliere ed era autosufficiente nel rapporto costo-ricavi. Nei suoi reparti di degenza ospitava per il 68% pazienti da tutto il Distretto».