"Sempre più scappatelle nascono online: la escort non è più un lusso per pochi"

Davide Tuzzi (Securiteam): "Tante le mogli che ci chiedono di indagare sui mariti"

Una donna manda un messaggino all’amante (foto repertorio)

Una donna manda un messaggino all’amante (foto repertorio)

Ferrara, 27 agosto 2015 - Le avventure osé di quasi tremila ferraresi in bella mostra sulla piazza del web. È il risultato dell’attacco di un gruppo di hacker al sito internet ‘Ashley Madison’, portale dedicato agli incontri extraconiugali. Ma al di là del numero di nostri concittadini adulteri (o potenziali tali), l’evidenza che emerge dal blitz degli hacker è come sia cambiata la maniera di crearsi un diversivo piccante dal matrimonio. L’amante non si cerca più infatti con i metodi tradizionali, ma si ricorre all’aiuto di internet. Tendenza confermata anche da Davide Tuzzi, investigatore privato responsabile della Securiteam, che nel corso degli anni ha aiutato tanti mariti e mogli a svelare gli altarini dei rispettivi consorti.

Tuzzi, chi si rivolge a voi per questo tipo di indagini e perché lo fa?

«Sono soprattutto donne. Ma non lo fanno più, come un tempo, per la semplice curiosità di sapere. Oggi si ricorre all’investigatore per ragioni concrete, come un patrimonio da dividere o dei figli da affidare all’uno o all’altro coniuge».

Come è cambiata nel tempo la scappatella?

«Il principale cambiamento è che ora non c’è più l’amante fissa. Gli uomini si rivolgono soprattutto ai siti d’incontri online o a certi centri massaggi e poi fissano appuntamenti con le escort, quasi sempre in altre città».

Dove avvengono gli incontri?

«Per quanto riguarda i ferraresi, soprattutto Bologna, Modena o Padova».

È possibile tracciare un identikit dell’adultero su cui vi si chiede di indagare?

«No. C’è gente di ogni estrazione sociale. Andare in una casa di appuntamenti o passare una serata con una escort non è più soltanto un lusso per persone benestanti».

Quali situazioni vi trovate davanti durante il vostro lavoro?

«Le più disparate. Gli incontri con transessuali sono molto diffusi, così come i massaggi osé o le saune naturiste. Esistono poi alcuni cinema porno all’interno dei quali si pratica lo scambismo. Capita infine di scoprire che un marito o una moglie hanno sì una relazione, ma con una persona dello stesso sesso».

Come spiegate la verità ai vostri clienti?

«Serve una certa delicatezza. Nel nostro staff abbiamo anche una psicologa e decidiamo come approcciarci volta per volta a seconda del cliente».

Sono in molti che si rivolgono a voi per queste indagini?

«Abbiamo in media un paio di casi al mese».

Come funziona il vostro lavoro?

«La tecnica si chiama ‘osservazione ravvicinata del soggetto’. I clienti ci danno le informazioni sulle abitudini del coniuge. Poi noi facciamo sia pedinamenti ‘classici’, sia elettronici, usando un apparato che ci permette di seguire le persone a distanza grazie ad un satellitare. È possibile poi, con un’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, recuperare dati cancellati da pc e cellulari o addirittura a intercettare le webcam».

In quanti casi il sospetto del coniuge è fondato?

«Nel 90% dei casi. Quando qualcuno si rivolge all’investigatore è perché è all’ultima spiaggia».