Comacchio: dalle valli emerge un tesoro, scoperta un'altra nave romana

Archeologi stanno lavorando nei pressi del santuario di Santa Maria in Padovetere FOTO: Il sopralluogo del ministro Franceschini

Comacchio, la nave romana (Businesspress)

Comacchio, la nave romana (Businesspress)

Ferrara, 18 ottobre 2014 - Da anni si parlava della possibile presenza di altri scafi antichi nelle valli di Comacchio, oltre a quello della nave romana scoperta negli anni ‘80. Ma ora le ipotesi, le voci, le ricerche sono diventate realtà. Si sta, infatti, scavando da qualche giorno nei pressi del «santuario di Santa Maria in Padovetere, nei cui dintorni è stato trovato un altro scafo romano, lungo il paleoalveo del Po. Si tratta di un’altra straordinaria scoperta emersa dalle zone prosciugate delle valli comacchiesi. Ci sta lavorando al momento una decina di giovani archeologici e ora lo scavo, lungo circa 15 metri e largo 7-8, ha fatto emergere un considerevole scafo di cui sono stati resi visibili per ora circa 8-10 metri.

Che l’imbarcazione sia di origine romana sembra renderlo evidente la tecnica utilizzata per la costruzione dell’imbarcazione, secondo il sistema dello scafo cucito (‘sutilis navis’). Tale tecnica veniva utilizzata nel periodo romano imperiale, anche se al momento non è ancora possibile dare una datazione precisa. Al momento la nave parrebbe sprovvista di carico, con l’eccezione di alcuni frammenti di anfore all’interno, ma la cosa particolare è relativa al fatto che sopra lo scafo di legno stanno emergendo i resti di una monossile, un altro tipo di imbarcazione ricavata scavando un unico tronco di albero, di cui abbiamo già altri esempi attualmente al museo archeologico di Ferrara, dove è allestita un’apposita stanza.

«Questo ha fatto scattare una serie di ipotesi relative ai due natanti. Il fatto che siano l’una sopra l’altra farebbe infatti pensare ad un eventuale «’cimitero delle navi’. Quando queste venivano dismesse, infatti, erano in genere affondate in un determinato punto perché potessero servire da eventuale consolidamento delle sponde o per attrezzare aree di approdo. Di solito le imbarcazioni affondate venivano anche puntellate attraverso pali infissi verticalmente, in modo che non potessero muoversi dalla loro posizione. L’amministrazione comunale sarebbe già a conoscenza della straordinaria scoperta e avrebbe anche garantito un finanziamento perché i lavori vengano portati avanti. Insieme all’apertura degli scavi di Santa Maria in Padovetere annunciata da qualche mese, potranno ora dunque essere pensati dei percorsi nelle valli per la visita anche dello scafo appena ritrovato e riportato alla luce. I lavori sono appena stati avviati e sarà necessario ancora del tempo perché le imbarcazioni siano totalmente portate alla luce, ma si tratta di una scoperta eccezionale che consentirà di fare ulteriore “chiarezza sulla storia di Comacchio in epoca romana“.