«Le università? In regione sono troppe. Omofobia, non avrei messo quel cartello»

Il sindaco Tagliani intervistato alla festa del Pd: «L’asse con Bologna è quello giusto» di Margherita Giacchi

Il sindaco Tiziano Tagliani intervistato dal giornalista  Cristiano Bendin

Il sindaco Tiziano Tagliani intervistato dal giornalista Cristiano Bendin

Ferrara, 19 luglio 2014 - Deciso su molti temi, in alcune occasioni ha persino stupito con le sue risposte. Il sindaco Tiziano Tagliani, intervistato giovedì sera alla festa ‘Democratika’ a Barco dal responsabile della redazione di Ferrara de Il Resto del Carlino Cristiano Bendin, ha spaziato sui vari temi riguardanti la città.

L’Asse con Bologna

Il rapporto con le altre province è cruciale, si sa. E tutto sta, per Ferrara, nel capire quale sia l’asse che più conviene e non stravolge i rapporti all’interno della provincia, se quella veneta, quella modenese, quella romagnola o l’asse con Bologna. Un dibattito iniziato da un anno e mezzo e forse in dirittura d’arrivo. «Siamo un territorio un po’ ai margini, siamo un po’ veneti e un po’ emiliani», ha detto Tagliani. L’unica cosa certa «è che i comuni dell’Alto ferrarese non hanno nulla a che fare con la Romagna, sarebbe stata un’asse troppo forzata». Così come il legame con Modena, «che preferiva comunque Ferrara a Reggio Emilia — ha detto il sindaco —, non avrebbe permesso a comuni come Comacchio, Mesola o Argenta di sentirsi attratti». Per questo, la scelta è dirottata su Bologna: «Siamo legati già dalle infrastrutture, dall’aeroporto e dalle Fiere. E se due assessori del sindaco bolognese Merola vivono a Ferrara, un motivo ci sarà». Certo è che «Ferrara dovrà inventarsi un ruolo, non possiamo pensare di cannibalizzare Bologna».

Università e Atenei

Proprio dall’asse con Bologna è emerso il tema dell’università, «un panorama tre volte più elevato rispetto a quello americano». E soprattutto, avere vicino a noi uno degli atenei più importanti d’Italia come quello bolognese, ci pone un confronto diretto, questo è chiaro. Soprattutto se si pensa che proprio l’ateneo bolognese è il primo che compare nelle classifiche mondiali. Del resto ormai la competizione fra atenei è globale, già la generazione dei nostri figli studia fuori». Chiuderle? «Una razionalizzazione si potrebbe pensare, quattro università solo in Emilia Romagna sono tante: non sono io il rettore, quindi non ho paura a dirlo».

Carife e Fondazione

Inevitabile affrontare il tema della Fondazione e il commissariamento della banca, argomento che viene affrontato dal sindaco con un po’ di perplessità: «Ritengo che tra le ragioni ci possano essere dubbi su come siano stati i rapporti tra banca e Fondazione». L’unico possibile acquirente è la Banca popolare di Vicenza, per ora. E il sindaco ha subito dato una notizia: «Ho ricevuto una telefonata dal direttore generale di PopVicenza Samuele Sorato». Che arriva comunque dopo, secondo Tagliani, l’incontro con i giornalisti: «Prendo atto che PopVicenza ha invitato prima la stampa a casa sua». Spera, comunque, che le offerte non si fermino qui. «Se l’offerta della Popolare di Vicenza avesse possibilità di realizzarsi, certo non sarei io a rifiutarla. Ma se fossi un commissario di Bankitalia, vorrei che ci fossero più proposte sul tavolo. Spero che Bankitalia stia facendo il possibile perché questo avvenga».

Sulla possibile fusione con la Caricento, Tagliani toglie diversi dubbi: «Non farei troppa poesia sulle banche: la Caricento non riuscirebbe ad acquisirla».

Cultura

Non poteva mancare il tema della cultura, tra le domande poste e le risposte date. «Con la cultura si mangia». È una certezza, per Tagliani. Ma con una precisazione: «In altre città, di cultura si mangia perché intervengono i privati, perché è difficile pensare che possa fare tutto l’ente pubblico da solo». Cosa che, secondo lui, è difficile che avvenga a Ferrara: «Qual è l’imprenditore che decide di investire? Ad esempio, nel consiglio di Ferrara Arte c’è un posto vacante da tempo e che teniamo a disposizione, ma siccome non si prende niente, continua a restare vacante...».

Castello

Impossibile parlare di cultura e non soffermarsi sul Castello Estense, che dopo la ‘chiusura’ della Provincia passerà molto probabilmente al Comune. «Sul futuro del castello vorrei aprire un dibattito pubblico, perché essendo il simbolo della città e il luogo più frequentato dai turisti, vorrei coinvolgere i cittadini. Gli spazi vuoti è comunque giusto riempirli — dice il sindaco —, per evitare che chi visita il castello, visiti spazi vuoti». Un esempio? «I quadri della Pinacoteca».

Sentinelle e coppie gay

Sul tema dell’omosessualità e della manifestazione silenziosa contro il disegno di legge Scalfarotto, «col senno di poi non avrei messo quel cartello». È la prima cosa che ammette Tagliani ripensando alla scritta appesa fuori dal Municipio: ‘La città di Ferrara condanna l’omofobia e la transfobia’. Anche se, poi dice: «È sbagliato pensare che le pubbliche amministrazioni non debbano esprimere le loro opinioni, anche la chiesa chiede di non essere relativisti». E precisa: «Non abbiamo impedito la manifestazione, tutto si è svolto regolarmente e abbiamo dato la possibilità alle sentinelle di poter esprimere il loro dissenso come credevano. Ma non possono pretendere che chi amministra la città non abbia idee».