Monsignor Negri: «Niente comunione ai divorziati risposati»

In merito agli esiti del recente Sinodo sulla famiglia, l’arcivescovo ricorda che bisogna attendere le decisioni del Papa

Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Ferrara, 26 ottobre 2015 - «Per non farci condizionare da letture affrettate e spesso infondate circa gli esiti del recente Sinodo sulla famiglia, mi sento in dovere di intervenire per chiarire che il Sinodo è un organo esclusivamente consultivo, i cui lavori si sono conclusi con la presentazione a Papa Francesco di un documento che raccoglie le posizioni emerse e condivise dai padri sinodali. Soltanto il Papa può, e in modo assolutamente autonomo, decidere se ad una o ad alcune di queste posizioni, potranno seguire indicazioni operative e normative. Restiamo quindi fiduciosamente in attesa delle decisioni che il Santo Padre vorrà o dovrà prendere». È quanto scrive ai sacerdoti e ai fedeli della Diocesi di Ferrara-Comacchio l’arcivescovo Luigi Negri.

«In quel momento, - e solo in esso, attraverso i modi opportuni - le decisioni del Papa in merito ai vari problemi che sono contenuti nel documento diventeranno operative» prosegue monsignor Negri. Che aggiunge: «La nostra chiesa, abituata ad obbedire, obbedirà senza alcun problema, ed in modo assolutamente incondizionato, come abbiamo sempre fatto fino all’ultima richiesta del Santo Padre sull’ospitalità ai rifugiati».

«Fino ad allora, perciò – chiarisce l’arcivescovo –, non muta nulla ed in particolare è fatto divieto di concedere la comunione ai divorziati risposati (tranne i casi già ammessi dalla prassi cattolica), con i quali certamente si deve intrattenere un cammino di dialogo e di recupero della propria identità; cammino che, al momento, non può avere come esito l’ammissione alla comunione eucaristica perché è una responsabilità che eccede quella dell’arcivescovo di Ferrara - Comacchio. Ogni iniziativa presa in disaccordo con questa mia disposizione sarebbe chiaramente illegittima e dunque illecita, e non potrebbe non essere sanzionata».