Spal-Napoli, la task force regge alla prima grande prova

Ingressi presidiati da un mini esercito. Nessun disordine in strada

IL MURO Agenti del reparto mobile in servizio ai varchi di accesso allo stadio prima e  durante una partita ritenuta ad alto rischio dal punto di vista dell’ordine pubblico. Una task force quasi senza precedenti

IL MURO Agenti del reparto mobile in servizio ai varchi di accesso allo stadio prima e durante una partita ritenuta ad alto rischio dal punto di vista dell’ordine pubblico. Una task force quasi senza precedenti

Ferrara, 24 settembre 2017 - La macchina della sicurezza supera la prima prova con la ‘P’ maiuscola. Se la Spal ha dovuto arrendersi all’assalto (calcistico, s’intende) del Napoli  capolista, il fortino eretto intorno al ‘Paolo Mazza’ ha retto l’afflusso dei circa duemila tifosi ospiti. Un esodo comunque ampiamente previsto e studiato negli incontri preliminari che si sono svolti tra i vertici delle forze dell’ordine nei giorni precedenti alla sfida.

In strada ci sono oltre 200 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti penitenziari e municipali. Le pattuglie fanno la loro comparsa intorno allo stadio già da ieri mattina. Ogni accesso al ‘Mazza’, al netto di quelli previsti, viene bloccato con le barriere. In via Fiume, nota di servizio, durante il posizionamento di uno sbarramento, un muletto danneggia un pezzo di marciapiede. Un piccolo neo nel complesso di un’architettura che funziona praticamente alla perfezione.

L’afflusso e il deflusso volano via lisci, senza tensioni, problemi o discussioni. Solo qualche furbetto all’ingresso, prontamente individuato dalle forze dell’ordine e qualche piccolo malumore in tribuna, risolto poi in maniera pacifica e senza conseguenze. Episodi comunque giudicati di routine in eventi del genere. I tifosi napoletani iniziano ad arrivare già dal primo pomeriggio.

I punti di ingresso sono presidiati dagli uomini del reparto mobile. Gli azzurri entrano alla spicciolata, sciarpe appese alle cinture, magliette e striscioni. I medesimi colori si mescolano, da una parte e dall’altra. Nel raggiungere i varchi qualcuno si confonde. Un tifoso spallino viene indirizzato al lato ‘ferrarese’ dello stadio dal personale di servizio. Si alza una voce da un gruppo di tifosi partenopei: «Tranquillo. Siamo tutti biancazzurri».

Il grosso arriva a ridosso del fischio d’inizio. Ferraresi e napoletani si mescolano tra tribuna e gradinata, ma a vincere è lo sport. La Spal fa sognare, però alla fine deve arrendersi a una delle principali candidate allo scudetto. L’arbitro fischia tre volte e inizia il deflusso. Altro momento che tiene col fiato sospeso chi coordina il dispositivo di sicurezza. Ma anche questi timori, per fortuna, si rivelano infondati. «Non c’era animosità tra le tifoserie – spiega chi era in strada ieri – e questo ha aiutato parecchio».

Il fiume di campani raggiunge stazione, pullman e auto per poi lasciare la città in maniera ordinata. A bocce ferme lo si può affermare: sul fronte sicurezza il risultato è stato portato a casa. Lo schieramento di forze in campo era imponente e il quartiere Giardino era completamente blindato. Scontato e prevedibile il malumore di alcuni residenti, ma non si poteva fare altrimenti per gestire un evento di questa portata. La strategia rodata lo scorso anno con la serie B e tarata oggi per la A ha retto alla prova, nonostante l’evidente difficoltà nel gestire un tale afflusso di persone in un’area tutto sommato piccola e a ridosso del centro storico. Un ‘battesimo’ che fa tirare un sospiro di sollievo ai piani alti di questura, prefettura e Comune e che fa ben sperare per l’accoglienza di altre tifoserie giudicate ad alto rischio.