Giorgio Dragotto nel mirino dell’inchiesta Spese pazze in Regione

Per la procura: «Cene e viaggi non giustificati». Gli inquirenti contestano l’uso di 120mila euro in poco più di un anno

Giorgio Dragotto (Businesspress)

Giorgio Dragotto (Businesspress)

FERRARA - 3 MAGGIO 2016. L’IPOTESI è peculato. La cifra di cui dovrà rendere conto l’ex consigliere regionale di Forza Italia Giorgio Dragotto supera i 120mila euro. Si entra così nel merito – cioè tra i soldi – dell’operazione ‘Spese pazze in regione’ che, da oltre un anno, ha investito i gruppi politici regionali. Sono nove – in questo secondo filone d’inchiesta – i consiglieri regionali di Forza Italia finiti nel mirino degli inquirenti. E tra questi spunta anche il ferrarese Dragotto. Nove i volti ‘nuovi’ della politica ai quali è arrivato l’avviso di fine indagini con allegato, punto per punto, quanto avrebbero «ingiustificatamente» speso tra il 2009 e il 2010. E questo sarebbe, per il fulcro dell’indagine, l’anno del Bengodi. Secondo l’impianto investigativo delle fiamme gialle il reato ipotizzato è peculato e le spese spaziano dai caffè ai libri, dai rimborsi spese per le riunioni con Denis Verdini alle cene.

DRAGOTTO – scrive la procura nell’avviso di fine indagini – «si appropriava della somma complessiva di 120.418,50 euro (costituente solo parte del totale dei fondi messi a disposizione dal gruppo) giustificando come spese inerenti l’attività consiliare quelli che in realtà erano costi sostenuti per la partecipazione dello stesso Dragotto e/o terzi ad attività del partito di riferimento». «Spesso – continuano i piemme – al di fuori dell’ambito regionale, ovvero spese esclusivamente personali del consigliere da lui in realtà destinate – e con questo trattenendo denaro attribuito quale contributo per il funzionamento e l’attività istituzionale dei gruppi – a scopi diversi da quelli previsti dalla legge». «Oltre che – si legge nelle pagine dell’inchiesta – specificatamente per scopi espressamente vietati dalla normativa, laddove si prevede che i gruppi consiliari non possono utilizzare neppure parzialmente i contributi per finanziare organi centrali o periferici di partiti politici, loro articolazioni politico organizzative o altri raggruppamenti interni ai partiti medesimi». La linea di confine tra le spese per l’attività politica e quelle, invece, che l’accusa ritiene estranee ai vincoli di legge, può essere sottile.

TRA LE PRESUNTE spese pazze di Dragotto – consigliere regionale di Forza Italia tra il 2005 e il 2010 – spuntano 120mila euro. Si va dal pranzo per due all’Antica trattoria Volano assieme al coordinatore provinciale del partito per una spesa di 52 euro. Ed ancora pranzi al Don Giovanni e alla Gigina. Oppure la missione a Roma per l’incontro con l’allora coordinatore nazionale del partito, Denis Verdini.

Gli investigatori contestano il rimborso per 512 euro. Oppure al bar buvette della sede regionale: panini per 85 euro. E poi alimenti, bevande, vini, cioccolate ancora al bar buvette: 1.800 euro. Spiccano poi biscotti, panini. E ancora gelati – due coni da 3 euro l’uno... – con il capo struttura del gruppo di Forza Italia della Regione Toscana. I gelati sarebbero stati gustati a Firenze al Landucci Caffè.

IN PARTICOLARE – contesta l’accusa – nel corso dell’ottava consiliatura (2005- 2010), limitatamente al periodo dal primo gennaio 2009 al 9 maggio 2010, Dragotto «effettuava spese in totale per oltre 120mila euro». Assieme a lui dovranno rispondere Fabio Filippi (94mila euro), Luigi Francesconi (51.478), Andrea Leoni (37.754), Marco Lombardi (28.875), Antonio Nervegna (28.875), Ubaldo Salomoni (54.500), Gianni Varani (28mila) e Luigi Villani (27.682).

m. s.