Ferrara, 16 marzo 2010 - “Non si può morire dentro”. Gianni Bella lo gridò per la prima volta, cantando, all’arena di Verona nel corso del Festivalbar 1976. E vinse.  Una vittoria che gli spalancò quelle porte del mondo della canzone che in parte gli si erano già aperte qualche anno prima grazie ai successi scritti per la sorella Marcella.
 

Da Verona a Ferrara, 34 anni dopo, Gianni Bella sta ora impegnandosi per un’altra vittoria, sempre convinto che “non si può morire dentro” anche se ora gli manca la voce per gridarlo, cantarlo e persino per sussurrarlo. Gianni Bella non riesce più a parlare ed è in parte paralizzato per colpa di un ictus

Questo almeno in base a quanto riferiscono le cronache uscite nei giorni dell’ultimo Festival di Sanremo sul quale è calato il sipario la sera del 20 febbraio scorso quando il cantautore da 10 giorni si trovava ricoverato all’ospedale San Giorgio della nostra città.

Il suo ricovero a Ferrara è certo, anche se il professor Nino Basaglia e la sua équipe, per ovvi motivi di privacy, assicurano di non sapere di cosa si stia parlando. E di conseguenza è impossibile conoscere le reali condizioni dell’artista catanese che domenica scorsa, nella nostra città - dove è venuto a cercare la vittoria più importante della sua vita - ha compiuto il suo sessantaquattresimo anno di età. Ma se il silenzio dal San Giorgio è più che giustificato, inspiegabile è quello del mondo dello spettacolo.

“Dedico questo secondo posto a Gianni Bella che è stato colpito da una grave malattia”. Solo Pupo, il giorno dopo la finale di Sanremo, ha avuto questo pensiero per l’amico e collega.

Per il resto poco o niente per un cantautore che a quel Festival ha partecipato più volte indirettamente (era il 1972 quando Marcella si fece conoscere grazie alle ‘Montagne verdi’ opera del fratello e di Giancarlo Bigazzi) e di persona come nel 2001 con ‘Il profumo del mare’ e nel 2007, proprio con Marcella, per presentare ‘Forever’.
A Gianni Bella andò poi, nel 2008, il Leone d’oro per i 40 anni di carriera. Nell’occasione, commosso, disse che aveva ancora molta voglia di scrivere e di produrre nuove cose. Al San Giorgio ce la metteranno tutta perché sia così.