Ferrara, 1 aprile 2014 - La Spal 1907 di Cesare Butelli è fallita. Il Tribunale di Ferrara ha notificato ieri alle parti la dichiarazione di fallimento, mettendo quella società per azioni in liquidazione.
Nell’estratto della sentenza, che porta la data del 31 marzo, sono stati nominati di nuovo Stefano Giusberti come giudice delegato e Paolo Montanari come curatore. Vi si dispone che la 1907 depositi entro tre giorni bilanci e scritture contabili e fiscali obbligatorie, nonchè l’elenco dei creditori, e si fissa per il 15 luglio alle 10,30 presso il Tribunale di Ferrara l’udienza in cui si procederà all’esame dello stato passivo.
A creditori e terzi che vantano diritti reali o personali su cose in possesso della società fallita, è stato assegnato il termine perentorio di trenta giorni prima dell’adunanza di metà luglio, per la proposizione delle domande di insinuazione.

Fin qui la nuda cronaca. Cosa accadrà ora in parole povere? Ciò che è proprio di ogni fallimento. Da un lato verrà fatto lo screening di tutte le passività, dall’altro si cercherà di recuperare le poste attive - in questo caso soprattutto esercitando un’azione revocatoria nei confronti dei proventi del parco fotovoltaico, in modo che tornino a casa a soddisfazione dei creditori -, e verrà stilato l’ordine di precedenza di questi ultimi, coi dipendenti al primo posto, i chirografari e via dicendo, assegnando a ciascuno il suo.
Si chiude così una vicenda giudiziaria della durata di quasi due anni e mezzo, di cui non sembra vero vedere la fine. Di fatto, il Tribunale in camera di consiglio ha rigettato la proposta di concordato avanzata da Cesare Butelli, nonostante la maggioranza dei creditori si fosse pronunciata a suo favore, o non si fosse pronunciata affatto (che era poi la stessa cosa). E’ probabile che il Tribunale abbia tenuto conto nel decidere in senso opposto di tre circostanze importanti: 1) troppo lunghi i tempi di pagamento proposti da Butelli, vent’anni; 2) troppo fumosa la «catena» che conduce ai proventi del parco fotovoltaico di Casaglia, di fatto l’unico importante cespite attivo della fallita società: 3) la legge fallimentare da poco entrata in vigore aveva trasformato il silenzio/rigetto di prima in silenzio/assenso, e forse si è avuto il dubbio che a qualcuno sia sfuggito.

Il fallimento espone ora Butelli al rischio di un’azione penale per bancarotta fraudolenta. Se è vero che il proprietario della 1907 ha ammesso al giudice di aver sottratto quasi due milioni alla società senza giustificativi, significa che una eventuale incriminazione da parte del pm che da oltre un anno indaga su questa circostanza non sarebbe più per appropriazione indebita, ma per il più grave reato di bancarotta fraudolenta.

Mauro Malaguti