Ferrara, 11 giugno 2012 - Sono conti che spaventano, quelli che devono portare a salvare la Spal, prima dal fallimento e poi dal crollo nel pianeta dei dilettanti. Tra la società e la certezza di poter disputare almeno la Seconda Divisione, «ballano» circa due milioni e mezzo di euro, da pagare nel giro di due settimane di fine giugno entro date ben definite. Vediamo la situazione, facendo la classica «botta di conti».

15 giugno. E’ il giorno entro il quale Cesare Butelli deve soddisfare i creditori che hanno inoltrato istanza di fallimento e non sono stati ancora saldati. Bisogna precisare che i medesimi andranno pagati entro venerdì prossimo, ma siamo a lunedì e nessun creditore ha ancora visto un euro. Quindi, al solito, ci si ridurrà in fondo, all’ultimo, con rischi annessi e connessi. Il passo del 15 è il più corto (si fa per dire...) da compiere. I creditori di cui si ha contezza sono quattro: Ica, Asics, Top Secret di Matteo Mazzoni e Grassani. Includendo i «rimasugli» di altri come Schena e Notaristefano, il totale si aggira intorno agli 800mila euro. Butelli vuole a ogni costo evitare di fallire e probabilmente qui le risorse usciranno. A patto che la finanziaria Il Gioiello rispetti il patto anticipando per il fotovoltaico 1,5 milioni entro il 28 giugno, come l’avvocato Poldaretti (legale sia di Butelli che della società di Capannoli) ha assicurato in tribunale.

20 giugno. E’ il giorno in cui il giudice Stefano Giusberti ha convocato in udienza Butelli per verificare che i pagamenti di cui sopra siano stati effettuati. Il proprietario della Spal sa che qui siamo al redde rationem, ossia che Giusberti questa volta sarà più stretto e non concederà altre dilazioni, se non a fronte di fatti molto concreti. Butelli dovrà dimostrare di aver saldato tutto o molto di quei debiti, e di avere l’assenso dei creditori qualora manchi qualcosa. Eventuali, ulteriori insinuazioni potrebbero indurre a un altro rinvio, ma solo per i creditori nel frattempo sopravvenuti. Il 20 giugno è importante per un altro adempimento: la consegna della documentazione che attesta la disponibilità del campo di gioco fino a giugno 2013, pena l’esclusione dei campionati. E la convenzione col Comune per il «Mazza» non risulta ancora rinnovata.

25 giugno. E’ la terza tappa della via crucis. Entro quel giorno andranno pagati tutti gli stipendi «federali» a giocatori e allenatori sino al 30 aprile scorso. La Spal è ferma a dicembre, quindi deve quattro mesi, per un totale di poco superiore a mezzo milione di euro.

30 giugno. E’ il vero spartiacque, la data in cui o si fa la Spal o si muore, il giorno del rien ne va plus. Sì, perchè mentre il fallimento riguarda soprattutto Butelli, e qualora si verificasse, negli otto giorni rimanenti per la Spal si potrebbe anche prospettare una salvezza all’ultimo tuffo, l’iscrizione riguarda solo la società. E se non si hanno le carte in regola si sprofonda, per la prima volta nella storia, nell’inferno dei dilettanti.
Butelli entro il 30 dovrà aver pagato, oltre agli 800mila euro oggetto della procedura fallimentare, e ai 500 di stipendi ai tesserati, ritenute e contributi da luglio 2011 in poi, per più di un milione di euro. Sommati agli 800mila di cui sopra e ai 500 «federali», avvicinano il totale a 2 milioni e mezzo, senza contare la fideiussione di 300mila da prestare per partecipare alla Seconda Divisione. E’ tanta roba.

La strategia. Che piano ha Butelli per uscirne? Si va a tentoni, data la cortina di silenzio su tutto opposta a tutti, massime istituzioni cittadine incluse. Il proprietario conta di incamerare da Il Gioiello un milione e mezzo in cambio della vendita del fotovoltaico, più una fideiussione bancaria di due milioni a garanzia della somma che la finanziaria gli dovrà corrispondere a saldo per giugno 2013. Di sicuro, la fideiussione di iscrizione da 300mila euro verrà «stralciata» da quel fido. Per il resto, se Il Gioiello dà 1,5, come coprire i quasi 2,5? Qui Butelli ha pensato a due rateizzazioni che gli consentano di prendere tempo e di postergare alcuni pagamenti. Una è con l’Ica, che dovrebbe accettarla. L’altra è per il versamento rateale di quel milione abbondante di ritenute e contributi: la Lega può consentirlo se il piano di rientro è presentato entro il 30 giugno. Butelli risulta averlo inoltrato. Verrà accettato?

La paura. I timori più grossi sono due. Primo: Il Gioiello, protestato per due milioni e mezzo, riuscirà a pagare tutto, e nei tempi giusti? In fatto di termini, non è che i precedenti societari siano troppo incoraggianti, e sgarrare ora costa la chiusura. Secondo: se verrà a mancare qualcosa, Butelli eviterà sì il fallimento, ma come iscriverà la Spal? Si deve solo sperare che abbia fatto bene i suoi conti. E anche qui, ehm, i precedenti... 

di Mauro Malaguti