Spal, il patron: "La A? La mia vita non cambierà. Nemmeno con la Champions League"

Un pomeriggio in azienda con Francesco Colombarini

Francesco Colombarini, patron della Spal

Francesco Colombarini, patron della Spal

Ferrara, 24 maggio 2017 - «Se non fai gruppo non vai da nessuna parte». Basta questa frase a spiegare il successo di Francesco Colombarini. Nella sede della sua Vetroresina, ci accompagna a visitare lo stabilimento, mentre un operaio al cestello elevatore sta issando due bandiere biancazzurre proprio al centro del piazzale di ingresso. «Il segreto è proprio nelle persone; prendiamo il direttore dell’azienda, bisognerebbe fargli un monumento».

Colombarini, l’azienda sembra andare a gonfie vele, i lavori dell’ampliamento della sede sono già partiti.

«Sì, le cose vanno bene. Stiamo gettando le fondazioni del nuovo capannone, saranno quasi quattromila metri quadri nei quali verranno sistemate le nuove linee di produzione. Tanto del merito è di Simone (Colombarini, il figlio, ndr). Lui con i clienti ha un rapporto perfetto, sa gestire anche la clientela all’estero nel modo migliore. Gode proprio della stima di tutti».

E’ stato un anno complicato da gestire con tutti gli impegni legati alla Spal?

«No, è stato un anno stupendo. Con la Spal siamo andati anche oltre i limiti che pensavamo fossero nelle nostre possibilità. Io ho iniziato un po’ tardi a credere nel miracolo, ma poi ho vissuto appieno quest’anno meraviglioso. L’azienda non avrà mai ripercussioni negative legate alla Spal, sono due cose che viaggiano e viaggeranno sempre parallele, senza interferire».

Il prossimo, ovvero la serie A, la spaventa?

«Spaventato no, preoccupato un po’ sì. Lo sono più di tutti, Simone invece è molto più rilassato. Temo di non fare bella figura in un campionato così importante. Mi piacerebbe poter contare su una stagione di mezza classifica, ma dovremo lottare con compagini di classe molto più alta della nostra. E’ anche vero che pure la stagione appena terminata non ci vedeva come favoriti, e poi…. Contiamo anche di riunire un buon gruppo di sponsor, siamo meravigliati da come tante aziende si siano avvicinate. Un buon segnale».

Con la permanenza di Leonardo Semplici, è stato confermato il gruppo di lavoro che tanto ha entusiasmato.

«Del mister ho la massima stima, come tecnico ma soprattutto come persona. Sul lato umano ci troviamo assolutamente allineati. Davide Vagnati è un ottimo professionista, si sta meritando gli elogi che gli stanno arrivando un po’ da tutte le parti e che sono dovuti al suo lavoro. Ha operato molto bene e la ciliegina sulla torta finale è stato l’arrivo di Floccari. Lì ha proprio visto giusto. Mattioli lo sto vedendo in questi giorni, è carico come un fucile da mitragliatore. E’ molto soddisfatto, e non potrebbe essere diversamente. Anche lui ha molto del merito».

Già da settimane Ferrara è in completa balìa della febbre da abbonamento. Come farete?

«Abbiamo mosso la città in modo incredibile, c’è un senso di appartenenza che si respira nell’aria che non si era mai visto. Questo ci riempie di orgoglio perché per noi il pubblico è la base del nostro impegno. Per gli abbonamenti dobbiamo ancora fissare un numero. Quasi sicuramente terremo una quota di biglietti da vendere».

La vita di Francesco Colombarini quanto cambierà in serie A?

«Per come vivo io le cose, le mie abitudini non cambieranno neanche di un millimetro. Neanche se la Spal dovesse arrivare in Champions League. Anzi, forse mi mancheranno un po’ le trasferte di quest’anno, a Trapani ho lasciato il cuore. Non ci andavo da cinquant’anni…».