Ferrara, l’allarme delle società sportive minori, a rischio chiusura

"Coinvolgere la città non è facile ma la 4 Torri non rinuncia per soldi". Luigi Moretti sull’appello di Bulgarelli: "E’ dura ma non impossibile"

Luigi Moretti (foto archivio Businesspress)

Luigi Moretti (foto archivio Businesspress)

Ferrara, 14 luglio 2017 - «La mia scelta? Non la definisco dolorosa e nemmeno legata a motivazioni economiche. E’ stata ponderata bene e ho informato subito l’amministrazione comunala». Luigi Moretti, presidente della Pallacanestro 4 Torri, il giorno dopo il grido d’allarme lanciato da Fabio Bulgarelli sulla crisi del ‘sistema basket’ cittadino, interviene per dire la sua, spiegando la sua scelta e provando a dare una chiave di lettura, da uomo di sport e dirigente di provata esperienza, sulla situazione denunciata dal numero uno della Bondi.

«Per il movimento che la 4 Torri rappresenta, da mesi ragionavo sul fatto che – continua Moretti – fare un campionato di serie C senza giocatori di Ferrara o del proprio vivaio non fosse giusto. Nell’ultima stagione l’unico nostro concittadino in squadra era Francesco Brandani, troppo poco. E così mi sono detto che se dopo l’annata dei ’96 non siamo più stati in grado di produrre giocatori, ora lavoreremo sodo sulle annate dal 2000 al 2002. Abbiamo un responsabile di valore come Alberto Morea, stiamo prendendo nuovi tecnici e ho già incontrato i genitori dei ragazzi. Ormai la C è diventato quasi un campionato a iscrizione libera, viste le tante rinunce che ci sono ogni anno, quindi che valore ha vincere sul campo un campionato? La mission della nostra società deve tornare ad essere il settore giovanile, su questo sono molto sereno».

Sul dibattito innescato da Fabio Bulgarelli, che idea si è fatto?

«Se la città non risponde sono dispiaciuto, perchè io sono e resto un tifoso della pallacanestro e quando posso al palasport non manco mai. Personalmente i miei sponsor e i miei contributi li ho sempre avuti, anche se ovviamente parliamo di cifre diverse rispetto a quelle che sarebbero le esigenze di una serie A2. La città va coinvolta, probabilmente in questo momento l’attenzione è più su altre realtà, ma anche in passato si è sempre fatto fatica. Io se posso dò una mano volentieri, resto perplesso e dispiaciuto leggendo che non si è trovato nulla, ma ho visto che il settore marketing è stato rinforzato con Roberto Tezzon, ed è una bella cosa».

Il movimento soffre non solo al vertice, ma anche partendo dalla base. Prendete l’Audax, che in questi anni era diventato un bel serbatoio per ragazzi di Ferrara, arrivato fino alla serie D. L’ultima stagione è andata male sul campo, con una retrocessione in Promozione, ma soprattutto con la chiusura dell’attività, come spiega il presidente Mario Seravalli. «C’erano troppi problemi e piuttosto che chiedere una quota ai ragazzi abbiamo preferito rinunciare. Ad oggi non so quante ferraresi faranno la Promozione. I temi sollevati da Bulgarelli? Sono di attualità, ma non solo a Ferrara. Anche a Mantova sentivo che c’era il problema di avvicinare gente nuova della stessa città».