Suicidio di Paolo Bonora, la procura apre un’inchiesta: in cucina ritrovato il ‘testamento’

Ancora ignote le cause del terribile gesto. Disposta l’autopsia

Paolo Bonora della Carife

Paolo Bonora della Carife

Ferrara, 29 luglio 2015 - C'è’ un’inchiesta, aperta a modello 45 (atti relativi), che dovrà fare luce sui motivi che hanno portato lunedì all’ora di pranzo alla morte di Paolo Bonora, 72 anni, ex vice direttore generale di Carife. Un fascicolo che porta la firma del pubblico ministero Filippo di Benedetto il quale, nelle ultime ore, ha disposto l’autopsia sulla salma del ferrarese trovato suicida nella sua abitazione di Correggio. Una tragedia che ha sconvolto non solo il mondo bancario, ma l’intera città, dove Bonora era conosciuto e apprezzato anche per i suoi trascorsi come presidente dell’Ente Palio.

Stub. Pochi i dubbi sulla volontarietà del gesto avvenuto, secondo il medico legale, tra le 11 e mezzogiorno: l’allarme, poi, è stato lanciato dalla moglie, Patrizia Campori, alle 12.40 al suo rientro a casa. Bonora era riverso in cucina, la pistola – una Beretta regolarmente denunciata da diverso tempo – accanto al corpo in una pozza di sangue. Un colpo diretto alla testa, fatto esplodere dalla sua stessa mano, che non gli ha lasciato scampo. Lo stub, tecnica utilizzata per la rilevazione dei residui da sparo, infatti è risultato negativo: Bonora avrebbe agito in totale autonomia.

Dubbi. Un’azione studiata con grandissima lucidità, probabilmente meditata da giorni ma mai lasciata trasparire all’esterno. Nè alla moglie, sempre al suo fianco, nè ai figli o agli amici. Lunedì mattina la coppia aveva fatto colazione nell’abitazione di via dell’Unione, poi la donna era uscita per alcune commissioni. Bonora, secondo quanto emerso, era tranquillo come tutti gli altri giorni. Ma una volta rimasto solo, l’ex dirigente Carife ha recuperato l’arma e i proiettili, custoditi in un posto sicuro, ha raggiunto la cucina e si è tolto la vita.

Il foglio. Ma prima di questo, ha lasciato un foglio scritto a mano sul tavolo della stanza. Poche parole, una sorta di testamento, rivolto a moglie e due figli. Da quanto trapela, non vi sarebbe però nessun riferimento al motivo della tragedia.

Carife. Ecco allora tante ipotesi, ma nessuna nella maniera più assoluta confermata dagli inquirenti. Secondo una di queste, il suo gesto sarebbe, in qualche modo, legato alla crisi della Carife, «un istituto – spiega l’amico e avvocato Alfredo Zucchi – per il quale Paolo provava un amore sviscerato e soffriva, in questi ultimi tempi, per le difficoltà che stava attraversando». Fu Bonora, con una lettera premonitrice al Carlino del 16 novembre 2014, a lanciare l’allarme pubblicamente e a criticare aspramente prima la gestione del periodo Santini-Murolo e poi quella commissariale. La sua morte oggi è avvolta nel mistero.