Teatro Nuovo, l’applauso più forte per chi lo ha riaperto dopo tre anni

In un clima di festa l’inaugurazione con Gianni Bella e Mogol

Ferrara, l'inaugurazione del Teatro Nuovo con tanti vip (Businesspress)

Ferrara, l'inaugurazione del Teatro Nuovo con tanti vip (Businesspress)

Ferrara, 27 aprile 2015 - L’INAUGURAZIONE «del nuovo Teatro Nuovo» (il gioco di parole è stato uno dei ritornelli dell’evento) doveva essere una festa e festa è stata. Dalla disponibilità e la felicità di esserci degli ospiti (Orietta Berti, reduce da una frattura, e il figlio Otis arrivati da Napoli, Franco Oppini e Ada Alberti in sosta nel tragitto da Gubbio a Verona, Pippo Santonastaso con la moglie Giusy) al calore del pubblico. Tra i presenti il questore Antonio Sbordone, il viceprefetto Carlo Torlontano, il vicecomandante provinciale dei Carabinieri Andrea Firrincieli, il patron del Carnevale di Cento Ivano Manservisi). Mai in un teatro si è sentito un applauso (se non evocasse il terremoto, si potrebbe dire boato) come quello riservato a Giovanni Di Matteo, il proprietario che non vuole essere chiamato così ma che ha permesso che il sipario si rialzasse dopo tre anni. Altrettanto forte quello per Franco Pulvirenti, il direttore artistico, produttore di fama, al quale è stata addirittura dedicata dal tenore Massimiliano Drapello ‘My way’ perché a proposito di come avrebbe fatto risorgere il Nuovo, qualche anno fa disse: «Farò a modo mio». E non è festa la standing ovation da pelle d’oca riservata a Gianni Bella e Giulio Rapetti Mogol saliti sul palco per presentare la loro opera lirica ‘La capinera’ di cui è stato proposto un abstract? A proposito di Mogol, l’aforisma che ha creato durante l’intervista al Carlino («Il teatro si fa solo a teatro»), lo ha annunciato Pulvirenti, «ben si adatta a quanto proporranno i cartelloni delle prossime stagioni». Ed è stata festa, lasciatelo dire, vedere Gianni Bella, grazie alla complicità della moglie Paola e della figlia Chiara, riabbracciare commosso Marica Sandri, la ‘sua’ fisioterapista di quando, cinque anni fa, fu ricoverato al San Giorgio dopo l’ictus.

 

DAVVERO in grande forma il sindaco Tiziano Tagliani. Dopo aver tagliato il nastro insieme a Bella e Mogol (quanto avrebbe voluto farlo, per sua stessa ammissione, il vice Massimo Maisto!) e prima di lasciarsi coinvolgere da Roberto Ferrari in un gioco col pubblico, ha chiuso il serissimo discorso dal palco con una battuta. «Sapete, Di Matteo e Pulvirenti non si fidavano di me, così si sono portati i loro sindaci da Galliera e Sant’Ilario d’Enza» ha scherzato indicando i colleghi seduti in platea. Umorismo, certo, ma il messaggio è arrivato: in città, per la cultura, hanno investito due che non sono ferraresi.

 

CHE DIRE poi della festa rappresentata dallo spettacolo (ma non doveva durare solo un’ora?) condotto da una frizzante Stefania Cento («io però sono una cantante, ha rivendicato proponendo nel finale ‘Ancora tua’») e che ha visto alternarsi sul palco la banda Filarmonica Comunale Ludovico Ariosto diretta dal M° Stefano Caleffi (voce Roberta Righi), Emanuela Aureli (non sapremo mai se è vero che non si era accorta, prima di imitarla, che Orietta Berti era in sala), Paolo Mengoli (cercate la sua interpretazione de ‘La voce del silenzio’: imperdibile), il comico Lucio Caizzi (tra gli autori, tra l’altro, dello spettacolo di Conti ‘Si può fare’), il già citato tenore Drapello e il soprano Annalisa Massarotto. Come dice quel detto? «Chi ben comincia...»