Mercoledì 24 Aprile 2024

Dal primogenito al più piccolo: ecco come l'ordine dei fratelli segna la personalità

Il leader, il ribelle e il riappacificatore: proviamo a fare chiarezza su come nascere prima, o dopo, incide sul resto della vita

Fratelli

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Malacosa nascer secondogeniti, diceva qualcuno. Chi è arrivato prima ha già preso tutte le attenzioni. E lui, il primogenito, cosa dovrebbe dire? Caricato di responsabilità fin dalla nascita, prima nei confronti dei genitori, poi anche verso il fratello più piccolo, che magari diventa pure un ribelle.  Meglio, allora, venire al mondo come mediano: meno pressioni del più grande, più libertà del cucciolo di casa. Luoghi comuni e battute a parte, la scienza dibatte da sempre su come l'ordine dei fratelli sia in grado di influenzare la loro personalità. E su come i genitori dovrebbero comportarsi  nei confronti dei figli. Ha provato a fare un po' di chiarezza il dottor Kevin Leman, psicologo e autore de 'Il libro sull'ordine di nascita' e de 'Il vantaggio del primogenito'. Riportiamo qui il suo punto di vista, espresso sull'Huffington Post Usa.

Il primogenito.

È uno studente brillante e punta dritto all'obiettivo. Più facile che si imponga come leader, basta guardare la 'carriera' famigliare dei presidenti degli Stati Uniti. Secondo Leman, il più grande è anche “lo standard di riferimento per chi viene dopo”. È lui quello che, con maggiore probabilità, assumerà la leadership in casa. Lo conferma una pubblicazione del 2012 che ha preso in esame oltre 500 ricerche sul tema. Uno studio de 2009, invece, rivela come il primogenito sia anche il più conformista: una tendenza che nasce dal bisogno di soddisfare i propri genitori. Altri tratti tipici, secondo una pubblicazione di due psicologi belgi, Vassilis Saroglou e Laure Fiasse, sono la “responsabilità, la convenzionalità e la competitività”.

Il mediano Per Leman è il “riappacificatore della famiglia”, si distingue per lealtà e affabilità. Socievole e fedele nelle relazioni, sa rapportarsi sia con le persone più grandi, sia con le più piccole. Cerca spesso il compromesso, trovandolo. “Non è facile da domare, ma tende a essere leale e dà un grande valore all'amicizia”, spiega Leman.

Il più piccolo Ha una personalità molto differente. Alcuni studi hanno mostrato come tenda a essere più creativo, ribelle e cerchi maggiormente l'attenzione. Un lato del carattere che si spiega con l'atteggiamento dei genitori che, spesso, cambiano considerevolmente il modo di trattare i figli dal più grande all'ultimo. “I più piccolo sono spesso manipolatori, estroversi. Sanno 'vendere' in maniera eccellente e apprendono fin da subito come farla franca”, dice Leman. Ma questa capacità di destreggiarsi, sottolinea, non va associato a una maggiore tendenza alla delinquenza.

Il ruolo dei genitori Secondo il Dottor Gail Gross, esperto nello sviluppo del bambino, “i figli devono essere abituati a trovare il loro destino, qualche che sia il loro ruolo all'interno della famiglia”. Questo significa valorizzarne le differenze e rispettare i loro sforzi e le loro sfide. Perché i figli non sono tutti uguali. Morale: “Bisogna trattare ognuno di loro in maniera diversa”.