Forlì, palazzo delle Poste, non si tratta più per la vendita

Due catene interessate all'immobile di piazza Saffi. L'ente pronto a cedere, ma tutto è sfumato

POSIZIONE STRATEGICA Il palazzo di piazza Saffi, lato corso Mazzini: il tratto pedonale, come ha dimostrato il nostro servizio di ieri (a fianco, il titolo) è quello dove il commercio soffre di più

POSIZIONE STRATEGICA Il palazzo di piazza Saffi, lato corso Mazzini: il tratto pedonale, come ha dimostrato il nostro servizio di ieri (a fianco, il titolo) è quello dove il commercio soffre di più

Forlì, 17 luglio 2017 - «No, non c’è più nessuna trattativa». I bene informati spezzano subito ogni possibile illusione: il palazzo delle Poste è lì, bloccato, un pachiderma che non riesce a fare uno scatto nel futuro. Eppure, per anni è stato additato come la carta vincente, quella che avrebbe cambiato il destino del centro. E certamente di corso Mazzini, visto che la parte che si collega alla piazza è la più desolata. E lo stesso corso continua a soffrire: sul Carlino di ieri abbiamo contato 30 negozi chiusi su 58 spazi commerciali.

Di trasformare le Poste in un mini centro commerciale si cominciò a parlare nel 2013. C’è chi dice che un grande marchio sia stato in visita al palazzo con la concreta intenzione di farne un negozio. Si era parlato di Zara. A posteriori, uno dei soggetti coinvolti nella trattativa parlò di «due delle maggiori catene nazionali di abbigliamento e accessori». Nel 2012 le Poste avevano comunicato l’intenzione di vendere la sede centrale e trovare una soluzione alternativa. La novità è stata una febbre.

Nel maggio 2013 arrivò la conferma del Comune, con l’allora assessore Maria Maltoni: «Sì, ci sono vari soggetti intenzionati a farne un luogo commerciale. Anche alle Poste ci hanno chiesto se esiste la possibilità di modificare la struttura». Circostanza smentita dall’azienda pubblica e che, comunque, non ha lasciato traccia su carte. C’erano preventivi d’acquisto e progetti. E ci credevano in tanti. Settembre 2013, il neo presidente della Fondazione Roberto Pinza lanciò il messaggio chiaro: «Bisogna iniziare a ragionare sul palazzo delle Poste. Secondo me è una pista praticabile: avremmo due poli d’attrazione ai lati della piazza». Sembrava l’inizio, invece da lì in poi è stato peggio.

Il pallino non è mai stato nelle mani del Comune. Che pure, proprio pensando alle Poste, aveva approvato un piano che permettesse spazi commerciali più grandi che in passato, fino a 2500 metri quadri. A settembre del 2015 il sindaco Davide Drei, in carica da oltre un anno, diceva: «Aspettiamo novità dalle Poste». Lo stesso Pinza pochi mesi fa assicurava: «Ci riproveremo. Ma non è affatto facile». No, non lo è. Eppure, ulteriore speranza sembrava arrivare da Modena: le poste centrali, nella via Emilia che taglia il centro storico, trasformate in un negozio che ospita la catena di abbigliamento H&M e Zara (guarda caso...). La stessa operazione che sognava Forlì, ma con un paio di problemi in meno. A Modena, infatti, l’edificio era di proprietà della famiglia Cremonini, che era stata sensibile al progetto propostogli da alcuni grandi marchi. Secondo, la struttura di Forlì non aiuta.

A spiegare perché è stato, nello scorso ottobre, il manager Aldo Pellegrino che per un certo periodo è stato consulente del Comune per il commercio in centro. «Il problema principale è il costo di ristrutturazione. I soffitti sono alti, servivano soppalchi. Si parlava di milioni di euro. Servivano canoni altissimi per rientrare dell’investimento». In questo momento non c’è più alcuna trattativa. Un’incompiuta che sembra schiacciare la parte del centro che resta coperta dalla sua ombra.