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HANNO DOVUTO accelerare i tempi. Perché l’idea di una raccolta fondi a Forlimpopoli per i bambini della Bolivia era stata di Moris, e tempo fa ne avevano parlato insieme come di un progetto da realizzare nel giro di qualche anno. Con o senza coperture ‘dall’alto’. Per quelle, diceva Moris, «Forlimpopoli non è ancora pronta».
Poi quel maledetto uragano Nina, a inizio gennaio, ha spazzato via tutto, portando con sé anche il futuro del missionario 36enne che dieci anni fa lasciò il suo paese e insieme a Don Benzi è riuscito a cambiare la vita a tanti boliviani.
Così Carla, Novelia e Valentina hanno ripreso in mano il progetto di Moris. E in questi giorni di Segavecchia si sono messe a vendere, in piazza Garibaldi, dolciumi e gommose assortite.

UN BANCO di solidarietà solo all’apparenza uguale gli altri, perché ai due estremi ci sono foto di Moris sorridente, foto dei piccoli boliviani abbandonati a sé stessi sulla strada, foto che sono testimonianze di una speranza. Carla, Novelia e Valentina non erano amiche strette del missionario forlimpopolese. Insieme a lui avevano frequentato le scuole medie, e anche dai banchi avevano sentito forte quella vampata di umanità che Moris portava con sé come un’ombra ma luminosa. Per questo hanno deciso di sfruttare lo sperperio della Segavecchia 2008 per raccogliere qualche centinaia di euro da donare ai boliviani. «Andrà tutto a loro — ci tengono a sottolineare —, fino all’ultimo centesimo. Consegneremo i soldi direttamente alla moglie di Moris, Alejandra, che verrà a Forlimpopoli il prossimo maggio».
C’è un filo da seguire. E questa prima iniziativa in memoria e in onore del missionario che ha scelto la Bolivia è solo il primo passo. Si muoverà — speriamo presto, l’ha promesso il sindaco — anche il Comune che vanta vie intitolate a tutti Ho Chi Min compreso. Mentre la comunità argentina di Forlimpopoli saluterà Moris la sera del 19 marzo con uno spettacolo di musica e teatro al ‘Verdi’.
Riccardo Fantini