2008-03-26
di VALERIO BARONCINI
ERA PARTITO come un viaggio, cinque anni fa. Sole-mare-palme, e sabbia finissima, e tartarughe da seguire nell’Oceano Pacifico. Invece è diventata la storia di una nuova vita, fatta di piadine e partite di marafone. Da gustare tutto d’un fiato non in un circolo della Romagna, ma sotto i 38 gradi di un Costa Rica bollente.

E’ LA STORIA di Patrizia Giusti, 33 anni, meldolese, e di suo marito Gianfranco: che sotto l’egida della romagnolità della Caveja hanno aperto un ristorante, un chiosco di piadine e presto anche un negozio di intimo. «Ho visto la Costa Rica, ho visto delle spiagge bellissime, ho visto un terreno vuoto: e me ne sono innamorata, ho scelto di cambiare vita», racconta Patrizia. Che ha lasciato alle spalle da settembre 2006 un lavoro al poliambulatorio di San Martino in Strada mentre il marito lavorava in un magazzino della stessa frazione forlivese.

GUANACASTE. E’ questa la regione del Costa Rica dove Patrizia vive col marito e dove spesso arrivano anche i genitori della ragazza, meldolesi pure loro. Guanacaste è il nome dell’albero nazionale del Paese: una sempreverde dalla chioma sferica che si staglia sulle coste. Le stesse di cui s’è innamorata Patrizia: «La Costa Rica è un paese splendido. La gente ci ha accolti benissimo, tutti ti salutano, tutti hanno una parola buona. E la terra è meravigliosa: ci sono isole, foreste, cascate, mare. Grandi contrasti, grandi emozioni — racconta —. Mi è bastato poco per integrarmi e conoscere la lingua». Incastonato nella strettoia occidentale dell’America Centrale, il Guanacaste è una delle zone più belle del Costa Rica: snorkeling (il nuoto in superficie a caccia di pesci cnagianti), mare, spiagge da sogno. «E non parliamo del clima: adesso ci sono 38 gradi — continua Patrizia —. Questo ambiente mi ha stregata». Giusti si è stabilita a Playa Ocotal: «Siamo sulla carretera, la strada principale — continua — in una località sul mare che si chiama El Coco. Quando siamo arrivati in questo terreno non c’era nulla: ora la zona sta crescendo e sta diventando una piccola Romagna. Il locale principale, la Caveja 1, lo abbiamo aperto il 26 dicembre del 2006».

IL SUCCESSO è stato fulmineo: «Pensavamo di partire piano, lenti, e invece è stato tutto travolgente — continua la Giusti —. Il locale era pieno di gente e abbiamo soprattutto tanti turisti americani che vengono qua. Gli diamo prodotti italiani importati, ricette italianissime, crescioni, piadina, tortelli. Le bruschette vanno fortissimo, e la pasta pure». Tanto che da poche settimane Patrizia ha aperto un nuovo locale: un chiosco romagnolo, dove si può mangiare anche la pizza. Anche i genitori di Patrizia stanno pensando di andare in Costa Rica, e stabilirsi là, al caldo. «Tornare in Italia? — sospira la 33enne —. Non ci penso neanche. L’Italia è un posto bellissimo, lì c’è la mia storia. Ma la mia vita è qui. E qui continuerà».