{{IMG_SX}}Forlì, 14 agosto 2008 - Poteva sembrare un conto da scuola elementare. Shinya Nakano punti 70, Andrea Dovizioso punti 103. A chi dare allora la terza Honda ufficiale (Rc212V) per la parte finale di stagione? In Giappone, purtroppo, la matematica è un’opinione. Meglio, conta solo se prima si spalanca il portafoglio. E allora Dovi resta a fare i miracoli con il team di San Marino Jir Scot, mentre Gresini e i suoi sponsor proiettano Nakano in sella al bolide Honda. Possibile? Peggio, già deciso.

 

Da Brno, in Repubblica Ceca, dodicesimo gran premio di stagione ormai dietro l’angolo visto che già venerdì mattina (dalle 10 alle 11) ci sono le prove libere, il pilota giapponese affiancherà Pedrosa in gara e nello sviluppo della moto (Hayden è out, si è infortunato al piede destro in una gara dimostrativa di Supermoto a Los Angeles).
"Questione linguistica" giurano gli asiatici. Mica si può chiedere a Dovizioso di imparare il giapponese in una settimana. E poi, a voler metterci tutta la malizia del caso, c’è anche la questione Pedrosa: lo spagnolo, probabilmente, avrebbe sofferto più Dovi di Nakano. L’uomo di punta in Honda è lui, figuriamoci se un romagnolino dal sorriso facile può permettersi di sverniciargli le uova nel paniere. Via con Nakano allora. Mentre Dovizioso, ignifugo a questo tipo di delusioni, punta dritto il manubrio sul quarto posto, occupato, 11 punti avanti, da Jorge Lorenzo. Temporaneamente.

 

Negli ultimi due anni il forlimpopolese e il majorchino si sono giocati la vittoria in 250. In entrambi i casi l’ha spuntata Jorge, che però ultimamente viaggia a ruote sgonfie: 20 punti nelle ultime sei gare, zero nelle ultime due. Dovizioso, sempre a punti nelle ultime otto, gli ha mangiato una caterva di vantaggio e adesso è lì, vicinissimo ad un quarto posto che al debutto in Motogp, in una stagione difficilissima come quella in corso, avrebbe del miracoloso.

 

"Purtroppo a Brno troveremo un’incognita in più — anticipa il pilota 22enne —, perché il manto d’asfalto rifatto non ci fornisce indicazioni sui parametri di durata e consumo delle gomme». Decisivi i primi approcci con la pista, già domattina si lavorerà di bilancino. "E’ un circuito tecnico con curve ad ampio raggio — commenta Andrea —, su cui è impegnativo andare veloce e spuntare un ottimo tempo. La pista mi piace ma non è tra le mie preferite". Modo elegante, quest’ultimo, per dire che lui avrebbe preferito correre altrove. Molto più schietto il direttore del team Gianluca Montiron: "Conteremo sulle doti del nostro pilota per fare la differenza". Ma questa, ormai, non è più una novità.