{{IMG_SX}}Forlì, 12 marzo 2009 - L’ordinanza del giudice Rita Chierici balenò oscura nel crepuscolo dell’estate 2007. Fosse stato un romanzo avrebbe scalato classifiche. Era un documento giudiziario ma le persone coinvolte in alcuni passaggi — specie quelli estratti dalle intercettazioni — sembravano personaggi. La verità vagava sulla realtà. Quella del prodigo imperituro affare dei rifiuti. Ci furono arresti. Fu uno sconquasso. Al centro della trama, lo scempio — presunto — dell’ambiente di Forlì e dintorni. Dove smaltire quei bidoni che ribollono di miasmi equivoci? In quel terreno. In quel torrente.

 

Il tessuto della storia — nella prospettiva dell’accusatore pubblico, Filippo Santangelo — aveva un solo perché: i soldi. Una corsa all’oro che si sarebbe consumata a colpi di concimi letali sversati in fossati e pozzetti, magari a pochi passi da aree agricole che offrivano nutrimento a insalate e cetrioli, ciliegie e albicocche. Tossicità varia ad alto tenore di ricchezza. Tossicità ora finita a processo: per la prima volta ieri quattordici uomini e una donna, quindici presunti colpevoli di aver inquinato l’ambiente forlivese sono finiti in un’aula pubblica di un pubblico tribunale.

 

Cesare Dall’Ara, Fabio Treossi, Vanni Casadei (tecnico di Hera), Michela Panzavolta, Nazario Tommasetti, Graziani Roberto, Michele Vantini, Giuseppe Vantini, Claudio Bussi, Paolo Casalboni, Roberto Bani, Veniero Rosetti, Gilberto Mordenti, Ivano Angeli, Andrea Suzzi Barberini. Questi i nomi degli imputati — quasi tutti titolari o impiegati di imprese — accusati a vario titolo e grado di traffico illecito di rifiuti e frode fiscale. Per il solo Dall’Ara resta in piedi l’associazione a delinquere. I 15 torneranno in aula il 5 giugno. Ieri dopo un paio d’ore di fiorettate a colpi di codice i giudici (Orazio Pescatore, Giorgio Di Giorgio, Fabio Dovesi) hanno rinviato tutto.

 

Prima però sono state accolte come parti civili sia Provincia di Forlì sia Regione Emilia Romagna. Il team degli avvocati difensori (tra cui Giordano Anconelli, Claudia Battaglia, Giorgio Fabbri, Francesco Farolfi, Alessandra Fontana Elliot, Giovanni Majo, Patrizio Orlandi, Max Starni, Menotto Zauli) nella prossima udienza contesterà l’acquisizione delle intercettazioni. 28 agosto 2007: dopo il terremoto di Rifiutopoli Uno (9 settembre 2004) finiscono in manette di nuovo i Laghi (padre e due figli) della ditta di San Lorenzo in Noceto (usciti dalla macchina processuale con un maxipatteggiamento). Poi due arresti domiciliari e 130 indagati. Esplode Rifiutopoli Due. Rifiuti speciali tossici fatti passare per innocue cartacce. Quasi come in Rifiutopoli Uno: che sarà in aula per la prima volta il 9 giugno.