Forlì, 9 novembre 2009 - C’è voluta la sentenza della Corte d’Appello di Bologna, che ha assolto l’ex sindaco Franco Rusticali ed altri sei imputati, per riportare al centro dell’attenzione l’ex zuccherificio Eridania, la principale area dismessa della città. Tutti gli imputati sono finiti invischiati in una vicenda giudiziaria nella quale sullo sfondo c’era lo stabilimento industriale di via Gorizia. Il futuro dell’ex zuccherificio, nato nel 1899, è ancora oggi avvolto nella nebbia più fitta.

«Ce ne stiamo occupando», spiega l’assessore Paolo Rava, la cui delega all’urbanistica è sinonimo di gatte da pelare. «Da forlivese — aggiunge l’ingegnere Gianni Scaioli, uno dei tecnici che segue i lavori per la Cvm, cooperativa muratori di Verucchio — dico che è una vergogna che sia in questo stato. Però ho grande fiducia nel sindaco e nell’assessore Rava». Cosa c’è all’orizzonte per l’ex zuccherificio è difficile a dirsi, un po’ per la carenza di fondi degli enti locali, un po’ per la crisi del mercato immobiliare.

Un documento in grado di fare da ‘bussola’ e di fissare qualche paletto è l’accordo di programma consegnato all’amministrazione dalla Cvm, proprietaria dal 2006 dell’area estesa 140mila metri quadrati. È sui dettagli dell’accordo che dovrà esprimersi il Comune. Il vero nodo da sciogliere è cosa fare dell’ex zuccherificio, edificio ingombrante in tutti i sensi (ha una superficie di 60.400 metri quadrati).

Sembra infatti essere caduta l’ipotesi di costruirci la nuova Questura. «I costi per la messa in sicurezza, dal punto di vista del rispetto della normativa antisismica sarebbero altissimi» spiega Rava. Secondo Scaioli per recuperare l’edificio serviranno 38-40 milioni di euro. Solo i fondi dell’Unione Europea potrebbero consentire di farlo. «Stando al piano regolatore — dice Scaioli — la struttura è da destinare ad attività culturali».

«L’intenzione dell’amministrazione — conferma Rava — è quella di capire che cosa serve alla città. Questo attraverso la partecipazione. Decisioni strategiche vanno prese dopo aver ascoltato tutti». All’assessore piacerebbe farne «una zona modello per la città, puntando su bioedilizia e bioarchitettura, tenendo d’occhio i costi energetici degli edifici, rendendolo così appetibile anche per gli operatori del mercato immobiliare». Ad interessarsi da tempo alla sorte dell’ex Eridania è Italia Nostra, in prima linea per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale del territorio. Presidente della sezione forlivese dell’associazione è Marina Foschi.

«L’Ex Eridania non è un rudere come lo definisce qualcuno — dichiara — ma un edificio di archeologia industriale da restaurare, un monumento. Ne va pianificato il suo inserimento all’interno del contesto urbano». Per Foschi «l’edificio ha un enorme valore, come memoria storica. Non va inoltre sottovalutato il patrimonio di verde che c’è in quest’area». Le richieste dell’associazione riguardano in primo luogo la messa in sicurezza dell’ex zuccherificio, che potrebbe trasformarsi «in una sorta di Covent Garden (il mercato coperto di Londra, ndr).

Una grande piazza coperta che si presti ad attività commerciali e produttive, come la vendita di prodotti legati alla cultura. Questo coinvolgendo il mondo imprenditoriale». In passato Italia Nostra lanciò l’idea - auditorium. «Un auditorium o anche un teatro. Ricordiamoci quanto dice il piano regolatore, e cioè che deve essere uno spazio legato alla cultura o allo spettacolo. Siamo comunque consapevoli dell’esitenza di difficoltà economiche. L’ex Eridania è tra le priorità di Balzani: siamo fiduciosi».

Se da un lato sull’ex zuccherificio aleggia un grande punto interrogativo sul resto dell’area le idee sono più chiare. Secondo l’accordo di programma (che, come detto, deve essere ancora approvato dall’amministrazione comunale) dovrebbero nascere abitazioni, un centro commerciale (qui dovrebbe trasferirsi il supermercato Conad di via Gorizia), verde pubblico, con modifiche anche alla viabilità.

«Il nostro progetto intende raddoppiare via Gorizia. La zona diventerebbe uno snodo fondamentale per la viabilità di Forlì», dice Scaioli. Strade a parte la Cvm intende costruire abitazioni — «di elevata qualità», aggiunge — così come alloggi di edilizia residenziale pubblica. Questa almeno è una delle ipotesi in campo. Altra area cittadina in fase di recupero è quella dell’ex Bartoletti. Qui il futuro — crisi del mercato permettendo — prevede la costruzione di alloggi ed uffici. «A livello di proprietà dell’area di mezzo ci sono anche le Ferrovie dello Stato — dice Rava —. Per cui se ne dovrà discutere anche con loro. Devo comunque ancora esaminare nel dettaglio le carte. Il lavoro non ci manca, tra le priorità poi, non dimentichiamolo, c’è l’ipermercato di Pieveacquedotto (i cui lavori dovrebbero partire a breve, ndr)».