Predappio, 3 maggio 2010 - Si sono svolte ieri a Predappio in tono minore le manifestazioni per celebrare il 65° anniversario della morte di Benito Mussolini. I numeri parlano chiaro: circa 700 i partecipanti, fra cui 250 in corteo, che alle 10.30 hanno sfilato da piazza Sant’Antonio fino al cimitero di San Cassiano, guidato dal sacerdote lefebriano Giulio Tam e dai giovani che portavano a spalla la grande croce di legno. Al corteo sotto la pioggia si sono unite altre centinaia di persone che aspettavano nel piazzale del cimitero e un centinaio di motociclisti giunti in gruppo.

I motivi dello scarso afflusso, specialmente di pullman, sono diversi: la pioggia e le previsioni meteorologiche sfavorevoli, i giorni festivi precedenti e, forse, la scarsa organizzazione. Molta gente è arrivata però anche nei giorni scorsi. Nel registro davanti alla tomba del duce, mercoledì 28 aprile (giorno dell’anniversario) le firme sono circa 500, mentre sabato 1 maggio intorno a 550. Al cimitero padre Tam ha guidato il ‘rosario fascista’, visto il divieto da anni di celebrare la messa in pubblico. Seguono i soliti saluti romani, i canti e la visita alla tomba Mussolini. Durante la funzione domenicale alle 11.30 nell’attigua pieve di San Cassiano, il parroco di Predappio, don Urbano Tedaldi, ha celebrato una messa di suffragio per Benito Mussolini, alla presenza di una cinquantina di persone. Monica Mussolini, moglie di Vittorio ripete: «E’ un dovere ricordare. Guai a dimenticare». Verso mezzogiorno la gente lascia il cimitero, sempre sotto la pioggia e si dirige nei ristoranti e nei negozi di gadget.

L’identikit del visitatore? Si va dal piccolo Mosè di 10 anni, che arriva da Massa Carrara con un gruppo di dieci parenti tutti con maglietta personalizzata e data del 1° maggio, capeggiati dallo zio Silvano Baldoni, cavatore di marmo, fino all’80enne avvocato di Varese Renzo Marchignoli «sempre presente a tutte le manifestazioni fin dal 1957». Alcuni arrivano anche in divisa nera e fez, come venti giovani di Latina guidati dagli operai Alessio Dall’Armellina e Marco Tovaglieri, con rispettive fidanzate, «in cerca di ideali e punti di riferimento». Da lontano assistono in silenzio i predappiesi. Commentano due sorelle sulla tomba dei loro cari: «Perché scandalizzarsi? Anche questa è la storia di Predappio».