Forli, 13 ottobre 2010 - È la guerra dei periti. Degli esperti. Delle relazioni incartate in cascate di parole scientifiche, ai più assolutamente incomprensibili. La morte di Claudio Giorgi - 62enne proprietario del Cineflash di Forlimpopoli, stroncato da un malore sabato sera dopo una furibonda lite con due donne per un paio di posti contesi - assume le forme di un scontro a tutto campo. Investigativo, giuridico, medico-legale, dialettico.

Tutto prevedibile. Ma la febbrile giornata è la riprova della tensione, altissima, che governa l’indagine: l’autopsia al corpo di Giorgi, programmata per le 14, prima slitta alle 15 e poi alle 16. E alla fine va avanti fino a tarda serata. Con un esercito contrapposto di professionisti scaglionato intorno alla salma, in una gelidissima sala di Anatomia patologica dell’ospedale ‘Morgagni-Pierantoni’.

Il verdetto dell’esame eseguito dalla dottoressa Donatella Fedeli resta così in bilico. Ma stando ai primi riscontri, appare arduo stabilire ora, con trasparente certezza, un legame diretto tra la morte di Giorgi e le (presunte) percosse ricevute da una romena di 37 anni, indagata dalla procura per l’ipotesi di omicidio preterintenzionale. Secondo le sensazioni raccolte a caldo dopo l’autopsia, potrebbe essere probabile che ad uccidere Giorgi sia stata una complicanza polmonare. Forse aiutata, anche se non propriamente causata dalla lite.
 

Ora la sfida passerà sul terreno, articolatissimo, delle relazioni. La più importante sarà ovviamente quella di Fedeli, nominata dal sostituto procuratore che detiene l’inchiesta, Alessandro Mancini. Facile preconizzare che il resoconto sarà integrato, obiettato, confutato dalle parti in causa. Alleate e avverse. Delle prime fanno parte i familiari di Giorgi, tutelati dall’avvocato Lorenzo Valgimigli. Come esperto in tema medico-forense la moglie, Giovanna Bassi, ha scelto il dottor Giorgio Maria Verdecchia. La figlia s’è invece affidata in sede scientifica al professor Giuseppe Fortuni. Dall’altra parte della barricata, l’indagata è tutelata dall’avvocato Valerio Girani mentre, sulla linea medico-legale, è schierato Pietro Occhialini.
 

L’esito definitivo dell’autopsia — che arriverà tra 60 giorni — detterà la rotta dell’inchiesta. Se — come appare — è difficile stabilire un aggancio in linea retta tra il malore letale e le borsettate a Giorgi descritte nel verbale dei carabinieri (borsettate negate dall’indagata) l’omicidio preterintenzionale perderà velocemente quota, a favore — con tutta probabilità — dell’ipotesi di morte causata da altro delitto. Reato più lieve. Che prevede pene più lievi