Forlì, 22 luglio 2011 - A METÀ maggio scorso il vicesindaco di Santa Sofia Piero Lungherini ha ricevuto un’informativa di indagine dalla procura di Forlì per presunti abusi nella costruzione di un appostamento fisso da caccia in comune di Premilcuore dopo l’accertamento da parte della stazione di Predappio del corpo forestale dello stato.
Dalla ricostruzione dei fatti emergerebbe che la costruzione del capanno risulterebbe di altezza maggiore di quella prevista nella concessione rilasciata dal Comune il 24 maggio 2010. L’appostamento fisso di Lungherini è ubicato nel podere Le Mosiane. Nei due accessi al capanno sono stati posti l’11 maggio scorso i ‘sigilli’ di ‘fabbricato sottoposto a sequestro preventivo ex art. 321 c.c.p. - Divieto di accesso’ da parte del corpo forestale. L’edificio è inserito nell’ambito territoriale di caccia FO 4 in una zona di bosco ceduo e i lavori erano quasi ultimati.
Una costruzione di medie dimensioni costruita con materiali diversi e ben mimetizzata. Benché fosse fornito di regolare concessione a costruire Lungherini, dopo il sopralluogo dei forestali e la loro costatazione di ‘variazione in altezza’ del fabbricato medesimo, si è visto recapitare anche l’ordinanza di sospensione lavori da parte del Comune di Premilcuore nel marzo scorso, un atto dovuto dopo le segnalazioni alla magistratura da parte del corpo forestale.

NATURALMENTE in Comune a Premilcuore stanno lavorando sulla pratica d’intesa con la soprintendenza ai beni paesaggistici di Ravenna per fornire elementi tecnici comuni alla magistratura. La passione per la caccia del vicesindaco di Santa Sofia nonché assessore con delega all’urbanistica e ai lavori pubblici gli aveva creato problemi già nel 2009, sempre a seguito di un controllo degli agenti del corpo forestale (sempre a Le Mosiane), che avevano contestato a lui e ai proprietari di aver trasformato un appostamento fisso per l’attività venatoria in una struttura edilizia vera e propria senza autorizzazione agli scavi. L’ordinanza di demolizione da parte del Comune, poi eseguita da Lungherini, specificava che «detto manufatto è stato realizzato, dal punto di vista edilizio, senza alcun titolo, né autorizzazione né titolo abilitativo. L’intervento così come realizzato, ha determinato creazione di superficie e volume in area soggetta a vincolo paesaggistico i sensi del D. Lgs.42/2004». Trattandosi di un manufatto di nuova costruzione Lungherini fu costretto ad abbatterlo. A quel punto il concessionario presentò sempre al Comune domanda di concessione con tutti i crismi, concessione ottenuta nel maggio dell’anno scorso, ma la forestale ne contesta ancora la regolarità di esecuzione. «Sì — precisa Lungherini — ho ricevuto un’informativa di indagine per presunte difformità con il permesso a costruire. Avevo acquistato definitivamente da poco il terreno con il permesso a costruire l’appostamento fisso da caccia che mi è arrivata la comunicazione della magistratura. Sono sereno e ne uscirò pulito nonostante che la normativa sui capanni da caccia sia un vero ginepraio».