Forlì, 2 agosto 2011 - Nell’ambito dei controlli straordinari sulle importazioni dell’olio extravergine d’oliva disposti dal ministero dell’Agricoltura, il Nucleo antifrodi dei Carabinieri di Parma ha individuato una frode commerciale sul flusso di commercializzazione dell’olio extravergine d’oliva.

In particolare è stata individuata una azienda olearia di Forlì che ha importato (tecnicamente si parla di operazione di “acquisto-cessione infra-comunitari”) olio proveniente dalla Spagna e dalla Grecia e lo ha miscelato per destinarlo ad aziende del settore della ristorazione. Dalle analisi di laboratorio, svolte dai tecnici dell’Ispettorato controllo qualità e repressione frodi del ministero, si è rilevato “olio deodorato” e dunque non commerciabile come olio extravergine d’oliva per avere superato i cosiddetti “indici di deodorazione”, gli alchilesteri (75 milligrammi al chilo) previsti dalla nuova normativa comunitaria.

L’intervento dei Nac ha consentito di bloccare subito la filiera sequestrando nell’immediatezza oltre 9.000 litri di prodotto che pertanto non sono arrivati ai consumatori. Sono in corso ulteriori indagini in stretta intesa con la Procura di Forlì, che ha conferito mandato al Nac di operare le ulteriori verifiche sulla filiera. I controlli sono stati disposti dal Comando Carabinieri Politiche agricole e alimentari in attività pianificate a livello centrale d’intesa con l’Ispettorato Centrale tutela qualità e repressione frodi del ministero per individuare i possibili ingressi di olio “deodorato”, straniero e di pessima qualità con alla base olio di oliva ma derivato da metodi di coltivazione superintensivi che vedono grandi ammassi di olive lasciate decantare e che pertanto sviluppano acidi maleodoranti; questi oli richiedono necessariamente un “lavaggio” chimico che non viene dichiarato, la cosiddetta “deodorazione”, che ovviamente non è ammessa per l’olio extravergine d’oliva.

Le caratteristiche organolettiche e nutrizionali dell’olio extravergine d’oliva, in specie per l’elevato valore delle vitamine, dei grassi monoinsaturi (che aumentano il cosiddetto colesterolo “buono” Hdl) e dei polifenoli (i potentissimi antiossidanti naturali che se assunti regolarmente in misura di 200 milligrammi al giorno allungano la vita e svolgono un’efficace azione antitumorale) possono essere salvaguardate solo se si tratta di genuino olio extarvergine d’oliva ottenuto esclusivamente da trattamenti meccanici e non sottoposto a lavorazione: è questo che preserva le vitamine e i polifenoli.

Fino a qualche tempo fa è stato difficile scoprire le frodi da olio “deodorato” perchè la normativa comunitaria non dava indicazioni precise, ma finalmente all’inizio di quest’anno e’ stato varato il Regolamento Comunitario 61 del 24 gennaio che pone un limite massimo dei cosiddetti “alchilesteri” (“indici di deodorazione”) prodotti che si formano per reazione degli acidi grassi con gli alcoli, tipica della degradazione delle componenti del frutto. Il limite massimo consentito è di 75 milligrammi al chilo e può arrivare a 150 solo a certe condizioni. Peraltro gli esperti di settore sono dell’avviso che 75 è già un valore alto per definire un olio extravergine di qualità. In ogni caso la nuova normativa ha consentito di avviare in maniera mirata le indagini sulle tracce dell’olio deodorato che anche le principali associazioni di produttori italiane hanno piu’ volte segnalato come nuova forma di minaccia per le produzioni nazionali che devono confrontarsi con competitors che pongono in commercio “olio extavergine d’oliva” a costi bassissimi, ma ben lontani da quello derivato dalla qualita’ delle cultivar nazionali.

La qualità alimentare è costantemente oggetto dell’azione antifrode del Comando Carabinieri Politiche agricole e alimentari che ha intensificato i controlli nel settore. Gli operatori commerciali che frodano nel commercio incorrono in gravi sanzioni penali e possono essere segnalati anche per le misure interdittive dell’esercizio d’impresa previste dal dlgs. 231/2001. Nel caso siano destinatari di finanziamenti comunitari o pubblici saranno segnalati per le azioni di recupero per averli indebitamente percepiti.

IL MINISTRO ROMANO: "OPERAZIONE PARTICOLARMENTE IMPORTANTE"

“L’operazione che i Nuclei Antifrodi carabinieri d’intesa con l’Ispettorato centrale tutela Qualita’ e repressione frodi hanno portato a termine in questi giorni e’ particolarmente importante perche’ s’inserisce in una serie di controlli straordinari sulle importazioni dell’olio extravergine d’oliva disposti dal ministero che ho l’onore di guidare. E’ fondamentale proseguire in un lavoro che rende piu’ trasparente un mercato che rappresenta, per il nostro agroalimentare, un punto d’eccellenza indiscutibile”. Cosi’ il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, ha commentato in una nota il sequestro di 9.000 litri di olio extravergine, proveniente da Spagna e Grecia e ha aggiunto: “Non si tratta solo di tutelare i nostri consumatori ma anche di impedire una concorrenza sleale che penalizza i produttori corretti e onesti. A tal fine i Nac mettono a disposizione degli operatori del settore e dei consumatori il numero verde 800 020320, e questo e’ un servizio sul quale riponiamo grande fiducia”.
 

Le ispezioni dei carabinieri erano finalizzate a individuare i possibili ingressi dall’estero di olio ‘deodorato’, l’olio di pessima qualita’ con alla base olio di oliva ma derivato da metodi di coltivazione superintensivi che vedono grandi ammassi di olive lasciate decantare e che pertanto sviluppano acidi maleodoranti; questi oli richiedono necessariamente un “lavaggio” chimico che non viene dichiarato, la c.d. “deodorazione”, non ammessa per l’olio extravergine. In particolare e’ stata individuata una azienda olearia di Forli’ che ha importato (tecnicamente si parla di operazione di “acquisto/cessione infra-comunitari”) olio proveniente dalla Spagna e dalla Grecia e lo ha miscelato per destinarlo ad aziende del settore della ristorazione. Sono in corso ulteriori indagini che sono sviluppate in stretta intesa con la Procura della Repubblica di Forli’, che ha conferito mandato al NAC di operare le ulteriori verifiche sulla filiera. “Fino a qualche tempo fa e’ stato difficile scoprire le frodi da olio ‘deodorato’ perche’ la normativa comunitaria non dava indicazioni precise - prosegue la nota del ministero - ma finalmente all’inizio di quest’anno e’ stato varato il Regolamento Comunitario n. 61 del 24 gennaio che pone un limite massimo dei c.d. ‘alchilesteri’ (indici di deodorazione) prodotti che si formano per reazione degli acidi grassi con gli alcoli, tipica della degradazione delle componenti del frutto”.  La nuova normativa ha consentito di avviare in maniera mirata le indagini sulle tracce dell’olio deodorato che anche le principali associazioni di produttori italiane hanno piu’ volte segnalato come nuova forma di minaccia per le produzioni nazionali che devono confrontarsi con competitor che pongono in commercio “olio extavergine d’oliva” a costi bassissimi.

 LEGA: "PORCHERIA SPACCIATA PER EXTRAVERGINE"

“Quella dell’olio deodorato, purtroppo, rischia di diventare una vera e propria piaga per tutto il settore”. Cosi’ Fabio Rainieri, parlamentare parmigiano della Lega Nord e capogruppo della lega nord nella commissione contro la contraffazione, interviene duramente a seguito del sequestro di oltre 9.000 litri di olio di oliva ‘deodorato’ in un’azienda di Forli’. Olio che era stato importato olio da Spagna e Grecia e poi miscelato per essere destinato ad aziende del settore della ristorazione.
“Il mio ringraziamento va agli uomini del Nucleo antifrodi dei carabinieri (Nac) di Parma - ha detto Rainieri - che ancora una volta hanno mostrato le maglie strettissime del nostro sistema di controllo e tutela dei produttori e dei consumatori. Maglie che, nonostante i controlli, alcuni tentano continuamente di aggirare mettendo a rischio la salute stessa dei consumatori. Quello che stava per essere spacciato per olio di oliva ‘extravergine’, in realta’ era olio straniero di pessima qualita’ con alla base olio di oliva, ma derivato da metodi di coltivazione superintensivi che vedono grandi ammassi di olive lasciate decantare e che sviluppano acidi maleodoranti. Insomma una porcheria. Parliamo di oli che richiedono necessariamente un ‘lavaggio’ chimico che non viene dichiarato. La cosiddetta ‘deodorazione’, assolutamente vietata per gli extravergini”.
“Invito gli uomini delle forze dell’ordine - ha concluso Rainieri - a verificare se i titolari di queste attivita’ illecite avessero goduto di finanziamenti comunitari o pubblici, per avviare, insieme alle procedure penali per falso e truffa, anche le eventuali azioni di recupero per avere indebitamente percepito fondi senza averne diritto”.