Forlì, 16 ottobre 2011 - C’È QUELLO di Batman, che il commissario di Gotham City utilizzava per convocare il supereroe, e c’è (c’era) quello di Rocca delle Caminate, circondato da deiezioni di piccione e sporcizia in una autorimessa in via Piancastelli. Senza alcuna custodia. Il faro dell’ex residenza estiva di Benito Mussolini, smontato nel 1995, illuminava i dintorni di Rocca delle Caminate con un mega-raggio tricolore, arrivando fino a 60 chilometri di distanza. L’assessore provinciale Marino Montesi, nel consiglio provinciale dello scorso 12 settembre, confermò l’intenzione di recuperarne la struttura. «Il faro però — aggiunge — non verrà riacceso». Le parti che lo compongono intanto si trovano incustodite in via Piancastelli.

«È TUTTO APERTO, tanto è vero che siamo potuti entrare senza problemi e senza che nessuno ci chiedesse che cosa facessimo», raccontano i consiglieri provinciali del Pdl Stefano Gagliardi e Vittorio Dall’Amore, che la battaglia per il recupero del faro la portano avanti dal 2006. «Dopo quattro anni — dicono — non vorremmo fosse una questione politica. Ci auguriamo di no, però quello che sta succedendo non può essere una casualità». Anche nel novembre del 2007, insieme al capogruppo del Pdl in consiglio provinciale Stefano Gagliardi, verificammo lo stato in cui si trovavano il faro e la sua struttura di copertura. Oggi le cose non sembrano essere migliorate. «Tutto si trova in un locale della Provincia in via Piancastelli — continuano —, con deiezioni di piccione e sporcizia ovunque». «È questa la situazione? A me non risulta ma farò le verifiche del caso», replica Montesi. Le foto sono state scattate mercoledì pomeriggio. «Se è così allora la cosa migliore da fare è pulire tutto e poi coprirlo». Il faro, non funzionante da una trentina d’anni e smontato nel 1995, illuminava le colline romagnole grazie all’energia prodotta da 8mila candele.

GAGLIARDI e Dall’Amore chiedono però alla Provincia di concedere la possibilità a un privato di pagare il funzionamento. «Se c’è, si faccia avanti — dice Montesi —. Perché qui a parole sono tutti bravi ma poi al momento di tirare fuori i soldi...». L’amministrazione provinciale ha intenzione di stimare i costi di funzionamento: «Che potrebbero essere attorno ai 25-30mila euro annui, senza contare le spese per rifarne l’impianto», aggiunge. La struttura del faro verrà collocata sulla sommità delle torre del castello tra qualche mese, quando partiranno i lavori all’interno di Rocca delle Caminate per creare spazi per la ricerca universitaria. La Provincia ha infine precisato che «le teste di leone che ornavano la copertura in rame del faro sono state smontare durante i lavori di pulizia della stessa e sono custoditi negli uffici provinciali». «Noi, le teste di leone, non le abbiamo viste. E i privati disposti a pagare i costi di funzionamento del faro ci sono», concludono i consiglieri del Pdl.