Forlì, 6 dicembre 2011 - CORSA contro il tempo. Per scongiurare razionamenti idrici o ipotesi persino peggiori, Romagna Acque sta mettendo in funzione un nuovo potabilizzatore mobile a Forlimpopoli, che attingerà da Selbagnone, dove arriva l’acqua del Cer, il canale emiliano-romagnolo. Sarà ‘trattata’ a fini potabili e immessa nell’acquedotto tramite l’impianto di Monte Casale. Quando entrerà in funzione, dovrebbe assicurare 200 litri d’acqua al secondo. Ciò consentirebbe di abbeverare Forlimpopoli (circa 48 litri al secondo), Meldola (22), Bertinoro (20) e i quartieri di Forlì dipendenti dall’invaso di Ridracoli.

IL PUNTO è che il tempo stringe. Ieri alle 19 in diga c’erano 5 milioni e 490 mila metri cubi d’acqua. Romagna Acque la sta centellinando, perché ne dispensa 43 mila metri cubi al giorno, il minimo indispensabile per dissetare le zone che non dispongono di fonti alternative. In sostanza, a meno di altre significative piogge, ce n’è per una decina di giorni prima di toccare il pavimento di 5 milioni sotto il quale non si potrebbe scendere perché l’acqua è limosa. Secondo i tecnici di Romagna Acque, il potabilizzatore mobile di Forlimpopoli dovrebbe entrare in funzione entro fine anno, ma potrebbe partire, a flussi ridotti, anche prima. Ecco perché si incrociano le dita.

COME si è giunti a questa crisi idrica? Due i fattori fondamentali. Il primo riguarda le precipitazioni. Da gennaio a novembre sulla diga sono piovuti 889 millimetri, contro una media del periodo 1974-2010 di 1262 millimetri, vale a dire il 30% in meno. A marzo l’invaso ha fatto il pieno (in quel mese ha erogato quasi 13 milioni di metri cubi, quasi un record), poi è intervenuto il lungo periodo siccitoso. Il guaio è che i mesi meno piovosi sono stati proprio quelli autunnali (ottobre -35% e novembre -81%), proprio quando il bacino — e siamo al secondo punto — è in sofferenza in seguito ai maggiori attingimenti estivi, in particolare dalla costa. Dove ci sono località come Cervia, Cesenatico e lo stesso Riminese, alimentate in tutto o in parte proprio dall’acqua della diga.