Forlì, 10 dicembre 2011 - UN PEZZO di Forlì — le targhe di alcuni studi professionali — rubato vent’anni fa, riappare a New York alla mostra dell’artista Maurizio Cattelan, che in quel periodo (dal 1987 al 1991) ha vissuto proprio nella nostra città. I proprietari di quelle targhe, che a suo tempo avevano denunciato il furto, valutano che tipo di provvedimenti prendere. Certamente l’episodio fa discutere, anche per il cartello che recita «Non si accettano testimoni di Geova». Butta acqua sul fuoco l’assessore alla cultura Patrick Leech: «Non compare il nome di Forlì, dunque quel cartello non è riconducibile alla nostra città. Portare Cattelan in tribunale? Credo che per lui sarebbe pubblicità».

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CINZIA Brunelli, notaio forlivese, ha una targa, di quelle usate dai professionisti all’esterno dei loro uffici, ben esposta al museo Guggenheim di New York assieme a quelle di altri professionisti. Tutte le targhe sono state rubate a Forlì verso la fine degli anni Ottanta e Novanta. Ciò che ha stupito il notaio non è solo il ritrovamento della targa in un così prestigioso luogo ma di far parte (assieme a 130 opere) dell’installazione All di Maurizio Cattelan. Ma il titolo di tutta l’opera è ‘Non si accettano testimoni di Geova’, come dichiara una delle targhe esposte.
Qual è stata la sua reazione?
«È stata una sorpresa. Non potevo certo immaginare che la mia targa esistesse ancora e che fosse diventata un’opera d’arte, esposta al Museo Guggenheim».
La sua opinione sull’opera?
«Io apprezzo molto l’arte contemporanea e la seguo. Come ‘arte’, riferendomi alla mia targa, non mi pronuncio. Mi lascia perplessa il fatto che una placca professionale sia utilizzata in questo modo. Devo aggiungere che sono divertita dell’inusuale utilizzo non autorizzato, ciò non toglie però che sia rimasta molto dispiaciuta del messaggio discriminatorio che si ricava dal titolo dell’opera».
Conosceva gli altri professionisti forlivesi a cui erano state sottratte le targhe?
«No, ci siamo conosciuti quando ci è stato detto dell’opera d’arte. In quell’occasione abbiamo scoperto che eravamo tutti forlivesi, tutti accomunati dal furto delle targhe».
Quindi lei non si sognerebbe mai di esporre fuori dallo studio il cartello ‘Non si accettano testimoni di Geova’?
«Le sembra che possa fare una cosa del genere? Fra i miei clienti ci sono tante persone appartenenti a varie confessioni religiose, fra cui anche parecchi testimoni di Geova».
La targa le è stata rubata all’inizio del 1991 in corso Garibaldi 40. E agli altri?
«Tutte le targhe sono state rubate fra il 1989 e il 1991 e gli studi dei professionisti erano tutti nel centro storico ma collocati in edifici diversi».
Quando e in che modo ha saputo che la sua targa era al Museo Guggenheim?
«L’11 novembre scorso. Mi ha telefonato e mandato una mail un professionista che aveva ricevuto la foto da un forlivese che aveva partecipato alla Maratona di New York e aveva colto l’occasione per visitare il museo Guggenheim dove era stata inaugurata da pochi giorni la mostra di Cattelan».
Se si trovasse davanti Cattelan che cosa gli direbbe?
«Vorrei conoscere la sua versione della ‘storia’, visto che abitò a Forlì per vari anni e che perciò avrebbe potuto contattarci prima di utilizzare le nostre targhe al Guggenheim».
Quali azioni intende intraprendere nei confronti di Cattelan?
«Mi riservo di valutare il da farsi e di consultare i miei legali».