Forlì, 28 gennaio 2012 - L’hanno rifatto, ieri notte. Niente scrupoli. Si sono messi lì — i ladri — a scavare, sottoterra. Di nuovo alla ‘Nautica Crociani’ di Carpena (specializzata nella vendita di motori per gommoni, ma anche punto di manutenzione e rimessaggio). La gang però stavolta ha ciccato. Qualcosa è andato storto. Il piano non ha retto.

Questione di orari: la guardia giurata impegnata nel giro notturno di pattugliamento li ha beccati sul fatto, verso l’una e mezza. Colpo è fallito. Non come la notte del 24 febbario 2011. Quando con la stessa tecnica del buco sottoterra i malviventi rubarono 8 motori per 100mila euro di valore. Stavolta la banda ha creato un tunnel di 10 metri della larghezza di uno, per una profondità di uno e mezzo sotto la superficie, il tutto per eludere il recinto allarmato e arrivare al deposito esterno. I ladri avevano già estratto 3 motori, trascianti in campo aperto. Poi la guardia li ha messi in fuga. Nel deposito c’erano una ventina motori, per un valore di 150mila euro.

Giuseppina Valgiusti — proprietaria della ‘Nautica Crociani’ di Carpena — son tornati...
«Guardi, è un incubo. Mi ero illusa di poter vivere in tranquillità. E invece».

Ci racconti. Che è successo?
«Era l’una e mezza, più o meno. Ci ha chiamato la guardia giurata. ‘Sono tornati, sono tornati i ladri’, ha detto così. Come se fossero vecchie conoscenze».

In effetti...
«Sì sì ma infatti è così. Solo che non se ne può più».

Voi abitate vicino ai capannoni. Dopo l’allarme siete scesi. E cosa avete trovato?
«C’erano tre motori che erano già stati trascinati in campo aperto. I ladri li hanno trascinati nel tunnel con delle cinghie strappate a un altro motore. Uno ad uno li avrebbero portati tutti quanti nel campo. E lì poi sarebbe arrivato qualcuno con un camion o con un furgone e i motori sarebbero spariti. Tutti quanti. Ce ne sono circa una ventina. Sarebbe stato un danno enorme».

La guardia ha visto nessuno fuggire?
«No. Non ha visto nessuno. Probabile che si siano accorti in tempo del suo arrivo, anche perché è chiaro questa è una banda di almeno una decina di persone».

I carabinieri che dicono?
«Guardi, i carabinieri, almeno con quelli con cui ho a che fare io, quelli di San Martino in Strada, sono bravissimi. Sono presenti, fanno il loro dovere. Ma questi delinquenti non si fermano davanti a nulla. È incredibile. Io sono scoraggiata, davvero. Adesso mi sto attrezzando con un altro impianto d’allarme. Poi per qualche tempo utilizzerò una guardia privata, che farà da sentinella per tutta la notte. Ma sono soldi che se ne vanno. Non è giusto».

Quanti sono i danni?
«Sono ingenti. Non li abbiamo ancora quantificati. Ma sono davvero tanti. E i soldi che io e la mia famiglia spendiamo qui, non possiamo investirli nell’azienda. Per dire: da poco abbiamo fatto alcune assunzioni, ma adesso, dopo questo ennesimo episodio non c’è più l’entusiamo giusto di lavorare».

Sa che è a livello istituzionale Forlì ha adottato un piano anti-ladri che si chiama ‘Mille occhi sulla città’. Un progetto che prevede la collaborazione tra le guardie private e le centrali operative delle forze dell’ordine. Secondo lei può funzionare?
«Non saprei. Io credo che l’unico modo efficace sia la certezza della pena. Io non sono esperta di questioni giuridiche, ma insomma, mi sento parte in causa. Questo è l’ennesimo tra furti e tentativi di furti che subisco in pochi mesi. E non è possibile che quei pochi ladri che vengono presi — perché so benissimo che arrestare i ladri è difficile, nontante la capacità delle nostre forze dell’ordine — poi ci sia la cosiddetta giustizia che li scarcera il giorno dopo. Ma insomma, che Paese è questo. Siamo meno tutelati noi, che lavoriamo onestamente, di chi delinque. Questo credo che sia il punto. Se il ladro sa che se viene beccato va in galera e non ci sono discussioni, beh allora forse ci penserebbe un bel po’ prima di intrufolarsi nelle case o nelle ditte degli altri. E intanto io sono qua a leccarmi di nuovo le ferite...».