Forlì, 18 febbraio 2012 - LI STANNO ricevendo elettricisti e meccanici, idraulici e autotrasportatori. La Rai chiede loro somme di 200,91 euro, a volte di 401,76 o persino di più. I bollettini arrivano per posta e reclamano il pagamento di un canone ‘speciale’.

Una tassa rivolta alle aziende che dovrebbero pagare perché possiedono personal computer o altri strumenti digitali che potenzialmente possono captare il segnale radiotelevisivo. In sostanza: basta un computer su cui si può vedere una trasmissione in streaming, anche se l’impresa lo utilizza per la contabilità. A Forlì le richieste sono giunte nell’ultima settimana, persino a imprese chiuse ormai da un paio d’anni, segno che la Rai ha saccheggiato banche dati non aggiornate. I bollettini piovono a migliaia.
Al punto che la Confartigianato nazionale ha scritto alla Rai per chiedere spiegazione e diffidare dallo spedire altre comunicazioni del genere.

IL MESSAGGIO è ambiguo. E’ chiaro che bar, ristoranti e alberghi (per quelli di lusso la tassa è di oltre 6 mila euro) pagano già il canone. «La norma dice che gli esercizi devono versarlo se l’uso degli strumenti informativi è rivolto a scopi commerciali — sostiene Marco Valenti, vice segretario di Confartigianato —. Ma i bollettini traggono in inganno, perché questo non è specificato. Infatti che senso può avere che un idraulico o un verniciatore si serva di un video per intrattenere i clienti? Allora sorge il dubbio che la Rai voglia estendere la norma agli imprenditori che possiedono dei pc. In pratica, tutti. In teoria lo stesso dovrebbe valere per la pubblica amministrazione».

LE ASSOCIAZIONI di categoria, interpellate dagli imprenditori sorpresi e contrariati, consigliano di ignorare il bollettino, almeno finché la questione non sarà chiarita. E’ stato sufficiente mescolare le nuove possibilità spalancate dalle tecnologie con procedure poco trasparenti ed ecco il classico pasticcio all’italiana.
Con un tocco che farebbe piacere agli appassionati dei codicilli: la norma cui si fa riferimento è un regio decreto del 1938, quando i computer esistevano solo nelle fantasie degli scrittori di fantascienza. «La lettura del bollettino suscita dubbi interpretativi — conclude Valenti — . Stiamo cercando di chiarire se la tassa verrà applicata a tutte le aziende in possesso di pc, indipendentemente dall’utilizzo svolto, o se interessi solo coloro che sfruttano il ‘Digital Signage’ per veicolare messaggi pubblicitari mostrati ai destinatari attraverso schermi elettronici, i cui contenuti possono spaziare da semplici immagini statiche a video in movimento».

di Fabio Gavelli