Forlì, 2 marzo 2012 - LAVORARE a maglia non è più roba da casalinghe disperate. L’uncinetto, il patchwork, il ricamo attirano donne sia giovani che attempate, oltre a qualche sparuto esemplare maschile che non pensa di essere sminuito nella sua virilità se armeggia con un ferro da calza.

Come spesso accade, l’idea nasce da una passione. Quella che ha accomunato le tre socie di ‘Punti e Spilli’, che dopo aver girato mezza Romagna a fare corsi, si sono dette: «Perché a Forlì non li organizziamo noi?». C’erano a disposizione i locali di proprietà di una di loro, in piazzetta della Grata, il posto adatto dove imparare in modo amatoriale il recupero delle arti femminili. In un anno circa 350 persone hanno partecipato ai corsi che via via si sono moltiplicati: ora sono una quindicina. Si può frequentare la mattina, il pomeriggio o la sera. Esempio tratto dal menù di lunedì scorso: alle 15 Taglio e cucina, due ore dopo Ricamo, alle 21 Scatole cucite. Ogni lezione costa 30 euro.

«IN GENERE prendiamo tre o quattro persone al massimo per ciascuno stage, ma facciamo anche corsi individuali — dice Sandra Morelli, una delle fondatrici, già esponente del Movimento difesa consumatori nei primi anni Novanta, consigliere comunale dei Verdi e assessore nella giunta Masini — . I più richiesti sono taglio e cucito, le scatole e il patchwork. Le insegnanti sono una decina, le abbiamo conosciute e ‘messe alla prova’. Siamo molto contente di come sta andando e ci ha favorevolmente sorpreso il fatto che più della metà delle frequentatrici sono giovani».

PER AVERE un’idea di cosa sia Punti e Spilli si può andare al Knit Caffè, un sabato ogni quindici giorni: ciascuno porta il suo lavoro a maglia da casa e davanti a caffè, tè e pasticcini ci si conosce, si scambiano esperienze e pareri. Nei paesi anglosassoni la chiamano già ‘knitting mania’ che pare abbia coinvolto anche celebrità come Russell Crowe, che fra un ciak e l’altro non disdegna di sferruzzare con l’uncinetto. Da noi i primi party si svolgono in bar e ristoranti.

AI PARTECIPANTI dei corsi si fornisce tutto il necessario e nel giro dei quattro o cinque incontri sono in grado di centrare il proprio obiettivo. «All’inizio volevamo solo organizzare corsi — prosegue Morelli — poi ci siamo resi conto della difficoltà di trovare alcuni materiali, come i ferri per lavorare col metodo continentale e abbiamo cominciato a venderli, oltre a filati e stoffe. I rappresentanti di alcune marche famose ci hanno detto che sulla piazza forlivese ormai i loro prodotti non li chiedeva più nessuno».

LA MOLLA resta sempre la curiosità: si inizia con un punto semplice e poi si scoprono le scatole giapponesi e il macramè. Nel Forlivese esistevano già altre associazioni che si occupavano di attività simili, ‘Punti e spilli’ si caratterizza anche per la sua voglia di sperimentare. «E’ bello vedere come restano soddisfatte le persone, manifestano tanta soddisfazione per aver imparato presto a fare attività che pensavano fuori dalla loro portata», dice Patrizia Vettori, un’altra delle socie, che insegna italiano e latino al liceo scientifico, mentre Liana Gervasi fa l’impiegata in un’industria.
Un’occasione per farsi conoscere è stata la fiera ‘Passatempi e passioni’, poi c’è il sito web www.puntiespilli.it. Ma il sogno nel cassetto delle tre fondatrici è una bella classe tutta al maschile, con ago e filo in mano.

di Fabio Gavelli