Forlì, 7 ottobre 2012 - Un sogno lungo un giorno’ è il titolo di un film di Francis Ford Coppola. E se i tentativi di creare società con ambizioni romagnole, si rivelassero un fallimento lungo 50 anni? Di sicuro la fine di Seaf (società che gestisce l’aeroporto) è stata questa: nata il 28 aprile del 1961, è stata messa in liquidazione nel maggio di quest’anno.

E Sar — società aeroporti di Romagna —, è rimasta praticamente in vita appena un anno, ‘bruciando’ un capitale di 1,5 milioni di euro. Ancora: Start Romagna, la società dei trasporti di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Il nostro territorio vuole privatizzare tutto e subito, riminesi e ravennati sono più cauti. E l’Asl? Anche qui si procede in ordine sparso. Fusione, accorpamento, unione, con contorcimenti lessicali degni di un circense. Una parola chiara, dagli amministratori, ancora non c’è stata.

Tutti o quasi a difendere il proprio orticello, senza considerare che qui ormai manca l’acqua per far crescere l’erba. Prendiamo le fiere: tre, tra Forlì, Cesena e Rimini. Insostenibile. Cesena però vuole difendere il suo Macfrut, Forlì non vorrebbe ‘svendere’ Fieravicola. I riminesi invece, in questo caso, sanno già che saranno loro a prendere le decisioni. Sulla provincia unica ci si è trovati d’accordo (per modo di dire, vedi la scelta della ‘capitale’: Ravenna o Rimini? In riviera non vogliono cedere) perché il provvedimento è arrivato da Roma. Infine Sapro (nata con intenti nobili, è naufragata per motivi che individuerà la magistratura) e To.Ro, al palo. In Romagna, consoliamoci, una costante c’è: si litiga su tutto.
 

l. b.