Forlì, 31 ottobre 2012 - DAL CAOS di quei cinque secondi d’inferno (A14, corsia sud, due chilometri dopo il casello di Forlì), il corpo viene espulso dalla macchina. La Smart nera rotola, rimbalza ancora per un po’. Finisce la sua corsa al centro della carreggiata. L’altra macchina, una Jeep Cherokee, si blocca poco prima; illeso, il conducente esce dalla vettura sotto choc. All’istante percepisce la sostanza della tragedia: sono circa le 7.50 di ieri.

DANIELE Rossi, 51 anni, forlivese, ex re della notte reinventò il Bar Giardino come disco-pub e aprì l’‘X-Ray’ muore sul colpo. I medici giunti poco dopo non possono che constatarne il decesso. I primi resoconti dell’indagine dicono che l’uomo è stato sbalzato dall’abitacolo; con tutta probabilità Rossi è stato scaraventato sull’asfalto dal tettuccio apribile della sua Smart. Rossi lascia tre figlie; una di 15 anni avuta dall’ex moglie Roberta («Di lui serbo un buon ricordo» dice) e altre due avute con l’attuale compagna.

TUTTA da accertare l’esatta dinamica dell’incidente, su cui stanno lavorando gli agenti della Polstrada A14. Stando alle prime verifiche, tra la Smart di Rossi e la Cherokee ci sarebbe stata una collisione. Un tamponamento che avrebbe originato la drammatica carambola della Smart; l’urto ha agito da detonatore; la piccola vettura avrebbe prima sbandato per poi capottare sull’asfalto. Notevoli i disagi alla viabilità: la corsia è stata chiusa per un paio d’ore circa; sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per liberare la carreggiata.

LA notizia della morte di Rossi fa ben presto il giro della città. Daniele — anagraficamente residente a Castrocaro, dove i genitori gestivano l’hotel Hermitage, ma di fatto domiciliato a Forlì — da qualche anno era rappresentante per una ditta di catering alimentare di Cesena. Ma per un ventennio è stato uno dei re della notte. Fu tra i primi a forgiare la movida forlivese. Tutto grazie alla sua creatura più celebre in città: il Bar Giardino. Daniele proveniva dalla sua prima esperienza al pub White Corner di Milano Marittima; creato dal nulla, in poco tempo, conquistò le luci degli anni Ottanta diventando il cardine irrinunciabile delle preserate dei ventenni; obbligatoria la sosta al White Corner prima della disco. Ma dalla capitale delle nightfly di riviera Daniele volle, fortissimamente rivolle, la sua città. Forlì. Milano Marittima era un conto. Lì era (più) facile cavalcare l’onda; Daniele prendeva di petto le sfide. L’onda la ricreò: al Bar Giardino. Che all’inizio degli anni Novanta, da classico bar di marafone per anziani, mutò pelle per diventare un disco-pub che per un paio d’anni rivoluzionò le serate dei forlivesi. Per la prima volta, Forlì conosce la movida.
Dopo alcune vicissitudini, Daniele si prese un paio d’anni sabbatici; e poi tornò di prepotenza sulla ribalta coniando con altri maghi del divertimento il marchio l’X-Ray, il pub di viale Italia. Ma Daniele non era il tipo da fermarsi; e nonostante il successo, testò altre vie. Prima al Plasmon di Cesena, poi la sua ultima tentazione: l’ex Scarabeo. Storico punto d’incontro di Bertinoro degli anni Settanta-Ottanta — tra l’underground e la disco alternativa sia al dancing giovanilistico sia alla balera, poi tramutato in ristorante-pizzeria — Rossi, assieme ad altri soci, lo rivoltò geneticamente fondando il ‘Dieci Club’. Era l’inizio del 2000. E dalle ceneri dello Scarabeo salirono le fiammate del nuovo punto d’approdo dei forzati delle notti psichedeliche.
Poi nel 2004 Rossi lasciò. Mollò tutto. Si allontanò dai balenamenti effimeri della movida. Cominciò la sua nuova vita, da rappresentante con la Smart nera.

ma. bur.