Forlì, 29 gennaio 2013 - Il dottor Maurizio Mambelli, 64 anni, specialista in cardiologia e medicina sportiva, ha saputo solo venerdì scorso di essere indagato per la morte di Vigor Bovolenta (Reuters), il pallavolista della Softer Forlì deceduto il 24 marzo scorso a Macerata durante una partita di serie B2.

 

"Mi hanno chiamato i carabinieri — racconta — per notificarmi la conclusione delle indagini preliminari. Dopo il sequestro della documentazione sanitaria a Villa Elena di Meldola, dove avevo effettuato le visite medico-sportive a tutti gli atleti della Softer Forlì, non avevo avuto altre notizie".


Evidentemente fino a ora i pubblici ministeri di Macerata Claudio Rastrelli e Andrea De Feis hanno ritenuto particolarmente urgenti tutti gli atti compiuti, compreso l’esame autoptico, per cui non ne hanno dato notizia agli attuali indagati, il dottor Mambelli e il collega faentino Matteo Scarpa, 38 anni, che aveva rilasciato a Bovolenta la certificazione di idoneità allo sport agonistico nel gennaio 2011.

Entrambi i medici non avevano sottoposto Vigor Bovolenta all’elettrocardiogramma da sforzo, ma a quello a riposo seguito dall’esercizio che consiste nel salire e scendere un gradino elevato per alcuni minuti e quindi a un nuovo elettrocardiogramma.
 

"Le linee guida della medicina sportiva — spiega il dottor Mambelli — prevedono l’elettrocardiogramma da sforzo per gli atleti di età superiore a 40 anni, oppure di età inferiore ma con fattori di rischio come familiarità, fumo, abuso di alcol o sostanze stupefacenti. Bovolenta rispose alle mie domande senza evidenziare fattori di rischio e non mi disse che 12 anni prima aveva dovuto sospendere l’attività agonistica per tre mesi a causa di un’aritmia cardiaca. Se me l’avesse detto gli avrei fatto fare certamente l’elettrocardiogramma da sforzo e altri accertamenti che avrebbero potuto evidenziare la patologia coronarica diffusa che ha causato la trombosi della coronaria destra e il conseguente infarto miocardico con arresto cardiaco con fibrillazione ventricolare".


Che il dottor Maurizio Mambelli sia un medico scrupoloso lo dice il fatto che le cartelle cliniche dimostrano che ha sottoposto all’elettrocardiogramma da sforzo tutti gli atleti visitati che avevano superato i 40 anni o con fattori di rischio.
 

Ieri il figlio del dottor Mambelli, Giorgio, che fa l’avvocato ed è stato nominato difensore dal padre insieme al collega Giorgio Fabbri, ha avuto un colloquio col sostituto procuratore Andrea De Feis e ha prelevato copia degli atti (un plico alto quasi una ventina di centimetri) alla Procura della Repubblica di Macerata. Nei prossimi giorni il medico, dopo averli studiati a fondo, preparerà insieme ai suoi legali una memoria difensiva e chiederà di essere interrogato per esporre direttamente le proprie ragioni.
L’ultima nota riguarda il defibrillatore: "Se il palazzetto di Macerata ne fosse stato dotato — dice il dottor Mambelli, che sabato si è autosospeso dall’attività di medico sportivo — Bovolenta avrebbe potuto essere salvato. Un defibrillatore costa duemila euro, dovrebbe essere presente in ogni condominio".