Forlì, 11 giugno 2013 – IN CIELO, nel senso più vero del termine. Ieri sera, verso le nove, in pieno momento di preghiera, tutti i partecipanti alla veglia nella chiesa del Santo Spirito a Forlimpopoli hanno depositato un messaggio nel braciere. A ciascuno, più di duecento persone, erano stati consegnati penna e foglietto bianco. Per scrivere un messaggio, un saluto, una preghiera, un addio, il titolo di una canzone. Poi tutti i bigliettini, indirizzati a Beatrice Casanova e a Sara Valentini, sono stati posti nel braciere vicino all’altare.
 

IL CORO cantava, incessantemente, mentre don Agostino Fornasari appiccava il fuocherello. Fumo verso la volta della parrocchia, pezzi di parole, carta. Un mosaico che, per i partecipanti alla veglia, Sara e Beatrice dovranno ricomporre. La serata è stato organizzata in collaborazione con la parrocchia da Laura Lacchini, forlimpopolese e docente delle due giovanissime ragazze al liceo Classico di Forlì.
 

«LA DOMANDA che tutti ci poniamo è ‘perché’. Perché? Don Oreste Benzi scrisse, poco prima di morire, che nel momento in cui avrebbe chiuso gli occhi la gente avrebbe pensato che fosse morto. Invece, per lui, morire era aprire all’infinito di Dio». Messaggio diretto al cuore delle due famiglie straziate dal dolore, esattamente come le preghiere recitate dai tanti ragazzi presenti alla veglia.
 

«Signore — ha proferito don Agostino rivolgendosi ad amici e familiari delle due ragazze — ti preghiamo di riempire il vuoto che si è spalancato nelle case delle famiglie di Sara e Beatrice. Due vite spezzate nella tragedia della strada». La serata è stata commovente. Nei momenti di silenzio e riflessione gli unici rumori erano quelli dei pianti che, come piccoli focolai di dolore, si riempivano su ogni panca della parrocchia.

m.s.