Forlì, 27 giugno 2013 - Più che un incontro, un blitz. Il responsabile della produzione europea del gruppo Dometic, ha impiegato appena dieci minuti ieri a Forlì per confermare il piano della multinazionale di chiudere tutti gli stabilimenti italiani e trasferire la produzione di condizionatori per camper in Cina. Nemmeno un accenno al 'piano sociale' presentato dai sindacati, che pure accettava alcuni tagli e si appellava ai contratti di solidarietà. Il manager svedese se n'è andato in tutta fretta, non aggiungendo altri dettagli su tempi e modalità.

Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo sciopero a oltranza con un presidio in azienda. I settanta dipendenti che rischiano il posto (dovrebbe restare aperto solo il sito di via Virgilio, ma per magazzino e uffici) si asterranno dal lavoro fino a quando non si terrà l'incontro istituzionale, richiesto con urgenza, con Comune, Provincia e il management del gruppo che è in mano a un fondo di private equity.

Insomma, ora è muro contro muro. Favorito anche dall'atteggiamento che i sindacati ritengono intransigente del management, che già due settimane fa aveva illustrato molto sommariamente l'intenzione di trasferirsi in Cina, pur ammettendo che le tre unità produttive di Forlì producono utili.

Redazione