Forlì, 22 agosto 2013 - Abbiamo fiducia nella magistratura, gia’ dal 2009 ci impegnammo per evitare il fallimento della societa’ e ora siamo pronti a costituirci parte civile in vista del processo. Sul crac di Sapro- la spa pubblica nata a meta’ degli anni ‘90 per trasformare terreni produttivi a beneficio delle aziende locali ma caduta sotto il peso di un buco di oltre 110 milioni di euro- oggi prendono una posizione comune i sindaci di Forli’ e Cesena, Roberto Balzani e Paolo Lucchi, insieme col presidente della Provincia Massimo Bulbi. Lunedi’ sono partiti gli avvisi di fine indagine a 27 indagati- nel luglio 2012 vennero notificate decine di perquisizioni a 25 indagati per bancarotta fraudolenta- gli avvocati hanno tempo fino al 5 ottobre per presentare memorie o controdeduzioni.
 

In attesa che la Procura chieda il rinvio a giudizio, si sta muovendo anche la corte dei conti regionale. Se pm e Guardia di finanza hanno confermato che dalle indagini e’ emerso come la mission aziendale di Sapro sia stata presto tradita tra dissipazioni, super bonus ai dirigenti e plusvalenze illecite, oggi i tre principali amministratori del territorio (tutti del Pd) provano a fare fronte comune. “Desideriamo innanzitutto ribadire la nostra fiducia nella magistratura- scrivono Balzani, Lucchi e Bulbi in una nota- di cui continueremo a seguire con attenzione e rispetto l’operato, cosi’ come abbiamo fatto fin dall’avvio delle indagini: ci auguriamo che l’esito finale porti a chiarire definitivamente i contorni della delicata vicenda e le eventuali responsabilita’, e riaffermiamo la nostra volonta’ di collaborare in questo senso”. Una volonta’, secondo sindaci e presidente di Provincia, “che si pone in linea con il percorso intrapreso sin dal momento del nostro insediamento, nel giugno del 2009”.

“Da quel momento, insieme agli altri enti soci di Sapro, abbiamo operato con convinzione nel tentativo di far uscire la societa’ dalla fase di maggior criticita’, secondo uno spirito di piena trasparenza che ha fatto si che le nostre amministrazioni abbiano sempre, com’e’ doveroso, tenuto informati costantemente la cittadinanza ed i propri organismi consiliari (capigruppo, commissioni, Consigli) di quanto avvenuto alla societa’ Sapro spa”. All’epoca, assicurano Balzani, Lucchi e Bulbi, “ci impegnammo, per quanto in nostro potere, per evitare il fallimento della societa’ e, con esso, le inevitabili ripercussioni negative per il sistema produttivo del nostro territorio e, soprattutto, per tutelare al meglio gli enti da noi amministrati, anche mediante le attivita’ giudiziali fin qui poste in essere”.
 

Un impegno, quest’ultimo, “che ci anima tutt’ora e che intendiamo portare avanti procedendo da subito con le formali verifiche necessarie ai fini di un’eventuale nostra costituzione di parte civile”, concludono i tre. Nel frattempo anche i Verdi, per bocca del coordinatore provinciale Sauro Turroni, fanno sapere che si costituiranno parte civile al futuro processo.
Intanto, dal Consiglio provinciale di Ravenna arriva un parallelo tra Sapro e Stepra, la societa’ ravennate analoga per composizione sociale e obiettivi a Sapro, che conta 30 milioni di euro di debiti e per la quale si sta avviando la liquidazione. Se il Pd provinciale ha gia’ parlato di “societa’ tecnicamente sana”, oggi Vincenzo Galassini (gruppo misto) rilancia: “Si annida un ‘mostro finanziario’, cosi’ lo definirebbero gli investigatori nel caso fossero incaricati di controllare, ma gli amministratori si guardano bene dal portare i libri contabili in tribunale come richiesto da Forza Italia in Consiglio provinciale “.
 

(Dire)