Forlì, 25 agosto 2013 - «DUE CAMION in via Zignola, altrettanti in via Virgilio. Stavano caricando i generatori, poi sono stati scoperti...». Di notte i lavoratori della Dometic, a turno, presidiano gli stabilimenti dell’azienda ora chiusi per ferie. Lo hanno deciso dopo ore di scioperi e proteste che per il momento non hanno fatto cambiare idea alla proprietà, una multinazionale svedese — la Eqt — che vuole trasferire la produzione in Cina. «Non ci fidiamo, per fortuna eravamo lì», la sintesi di un operaio. E così proprio i lavoratori si sono accorti di quello che stava accadendo. Sono partite le telefonate. E in pochi minuti — erano le 3 di notte — sono arrivate oltre dieci persone davanti ai cancelli degli stabilimenti. I dipendenti hanno subito chiamato le forze dell’ordine. Chi era presente è sicuro. «C’era anche il responsabile europeo dell’azienda, Hakan Ekberg, e dopo un po’ è arrivato l’amministratore Marco Grimandi. Ci avevano promesso che non sarebbe stato toccato nulla...».

I lavoratori interpetano il gesto come un affronto. Una presa di posizione della dirigenza che resta ferma sulle sue intenzioni. «Ma noi — osserva Simone Zanelli, operaio e delegato sindacale — continueremo a presidiare gli stabilimenti». In bilico c’è il futuro di una cinquantina di lavoratori. La data per il prossimo incontro tra rappresentanti dell’azienda e sindacati è già fissata: 5 settembre 2013. «Ora è il caso che quest’incontro si svolga in una sede istituzionale — spiega Michele Bulgarelli, segretario territoriale della Fiom — anche perché quanto accaduto l’altra notte è uno sgarbo alle istituzioni». Per Enrico Imolesi (Uilm-Uil) «questa vicenda ha del grottesco. Dirigenti svedesi che non si sono mai presentati agli incontri trovano il tempo per venire di notte a Forlì e provare a svuotare la fabbrica...». «Un atteggiamento furbesco — ribatte Davide Drudi (Fim-Cisl) — finalizzato anche a indebolire sindacati e lavoratori in sede di trattativa».

g.c.