Forlì, 23 gennaio 2014 - Sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo i due medici indagati per la morte di Vigor Bovolenta. Si tratta di Maurizio Mambelli, cesenate che operava a Meldola, e Matteo Scarpa, faentino che lavorava in un centro di Forlì. I medici sono accusati di avere rilasciato il certificato d'idoneità sportiva all'ex pallavolista azzurro morto a 37 anni (foto), il 24 marzo 2012 sul campo di Macerata, mentre, con la maglia della Softer Forlì, stava giocando una partita di B2 maschile.

Il gup di Forlì, Alessandro Trinci, ha accolto la richiesta del pm Filippo Santangelo. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 9 luglio. L’autopsia rivelò che il giocatore era afflitto da "coronaropatia aterosclerotica grave". Bovolenta, una prestigiosa carriera alle spalle in nazionale e nelle più importanti squadre italiane, quel giorno stava per andare in battuta quando i compagni lo sentirono mormorare "mi gira la testa" e poi accasciarsi a terra. Immediati i soccorsi e il trasporto all’ospedale, dove Bovolenta, nonostante il prodigarsi dei sanitari, spirò.

Bovolenta lasciò la moglie Federica Lisi e quattro figli, diventati cinque perché uno nacque dopo la sua morte. Bovolenta durante la sua carriera aveva già sofferto di extrasistole, tanto da essere stato costretto, un anno prima della morte, a fermarsi per quattro mesi.