Forlì, 22 febbraio 2014 - I nuovi padroni del Ridolfi potrebbero arrivare grazie a una partnership con San Marino. La prospettiva è emersa giovedì sera, davanti a quasi trecento persone, nel salone comunale al dibattito sul futuro degli aeroporti organizzato dall’Officina delle Idee. Tra gli ospiti c’era Marco Arzilli, segretario di stato (da noi si direbbe ministro) all’industria di San Marino, a fianco del padrone di casa Andrea Pasini, coordinatore Udc.

«San Marino vuole volare, e vuole farlo in fretta», l’annuncio del ‘ministro’. «Siete interessati al bando che si aprirà tra circa una settimana?», gli ha chiesto un rappresentante dei lavoratori del Ridolfi. Non direttamente. E nell’immediato ci sono i problemi del Fellini di Rimini, al cui interno — grazie ad accordi tra i due stati — il Titano dovrebbe avere delle aree riservate. Con una propria dogana. Ma San Marino sta cercando una società straniera per gestirle, e ha contatti con arabi e cinesi. I quali «ci hanno chiesto con interesse di Forlì, per la possibilità di avere un polo dedicato alla manutenzione». Arzilli non si sbilancia, ma l’opzione che piacerebbe ai (presunti) arabi e cinesi è quella di gestire Forlì e il Fellini. Con voli commerciali al Ridolfi. Il fattore Rimini resta, al momento, la variabile che lascia tutti con il fiato sospeso: il bando per acquistare Forlì, però, marcia separato.

«Forlì è oggi tra i primi dieci scali italiani, e insieme a Rimini assommerebbe quel milione di passeggeri all’anno che nel piano nazionale è requisito per volare», aggiunge Sandro Gasparrini, ex direttore di Enav. «L’obiettivo è di volare ai primi di maggio. Rimini ha problemi tecnici, noi invece ci siamo», ha detto Pasini (Udc). «E questa soluzione è attraente per il territorio, ancor più perché San Marino è uscita dalle black list internazionali». Infine tocca a Giancarlo Corzani prendere la parola per la Camera di Commercio: «Se fossi un amministratore a Rimini non avrei dubbi, punterei sull’aeroporto di Forlì».