Forlì, 21 maggio 2014 - Il caso dell’avvocato arrivato a scuola con la madre di un ragazzo delle medie nasce da un cellulare ritirato in classe. Nello specifico, lo studente stava guardando immagini pornografiche durante la lezione quando è stato scoperto dall’insegnante. Indipendentemente dal contenuto delle immagini, quanto è frequente che lo smartphone di ultimissima generazione disturbi la didattica nelle nostre scuole? Molto frequente, a quanto rivela il preside del maggior numero di scuole cittadine, Fabio Gramellini: addirittura il 50% dei provvedimenti disciplinari (per intenderci le care, vecchie note sul registro) nascono così, con un bip bip di troppo durante la spiegazione, o scoprendo sguardi non puntati sulla lavagna. Un fenomeno vasto al quale c’è chi — lo stesso Gramellini — cerca di porre urgentemente riparo. Una decisione che non è legata al caso che sta facendo discutere Facebook.

L'intervista a Gramellini

I cellulari sono diventati strumenti indispensabili, almeno così sembra visto che anche molti bimbi della scuola dell’infanzia li possiedono e li portano con sé all’asilo. Ma sono veramente così indispensabili a scuola? Lo chiediamo a Fabio Gramellini, il dirigente scolastico che si trova a gestire il maggior numero di scuole medie forlivesi. «Il cellulare è un mezzo utilissimo ed io stesso sono un utente tecnologicamente avanzato perché uso strumenti di ultima generazione, ma ritengo negativo l’uso del cellulare a scuola da parte dei ragazzi, perché si trovano in un ambiente protetto che può intervenire immediatamente con telefonate in caso di necessità. Il cellulare a scuola è solo mezzo di disturbo e di nessuna utilità».

Quindi, secondo lei, l’uso del cellulare va eliminato.
«Le dirò di più: l’uso di questo strumento è vietato dal regolamento, perché provoca disturbo nella classe e, attraverso foto e registrazione di voci, non rispetta la privacy degli altri».
In tutto questo qual è il ruolo della famiglia: sì o no per il cellulare?
«La famiglia tende a dare al figlio troppo precocemente l’uso del cellulare: secondo me questo dovrebbe essere utilizzato solo dai 14 anni in su. Inoltre i genitori non si rendono conto dei rischi che può procurare un telefonino: ad esempio una foto scattata all’insegnante, a sua insaputa, può portare a sanzioni civili e penali che si ripercuotono non sul ragazzo ma sui genitori».
Questi rischi e sanzioni sono conosciuti dai ragazzi?
«Certo. A scuola facciamo specifici incontri con la polizia postale sul tema».
L’uso del cellulare in classe fa rischiare provvedimenti disciplinari?
«Certo. Il 50% dei provvedimenti disciplinari deriva dall’uso dei cellulari in classe: per evitare il contenzioso, i ragazzi non dovrebbero averlo con sé a scuola».
E cosa pensate di fare?
« La proposta mia e dei miei insegnanti è quella non solo di vietare l’uso del cellulare, ma di non averlo con sè, perché se un ragazzo l’ha in mano, anche senza usarlo, sarà sanzionato . Questa proposta verrà introdotta dal prossimo ottobre».
E se un ragazzo dimentica di lasciare a casa il telefonino?
«Ci saranno delle cassette in cui depositare il cellulare prima di entrare in classe e verrà riconsegnati all’uscita. Ma in classe proprio no».

Rosanna Ricci